l'Astrofilo marzo-aprile 2015

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ I n un'epoca in cui i nostri primi an- tenati umani avevano da poco im- parato a camminare in posizione eretta, il nucleo della nostra galassia, la Via Lattea, andò soggetto a una ti- tanica esplosione che spinse all'ester- no gas e altra materia a 3 milioni di km/h. Ora, almeno 2 milioni di anni dopo, gli astronomi sono testimoni delle conseguenze di quella esplosione: fluttuanti nuvole di gas torreggiano a circa 30000 anni luce sopra e sotto il piano della nostra galassia. Le enormi strutture furono scoperte cinque anni fa come un bagliore di raggi gamma nel cielo, nella dire- zione del centro galattico. Le fattezze a forma di pallone sono state da al- lora osservate anche nei raggi X e nelle onde radio. Ma gli astronomi so- no dovuti ricorrere al telescopio spa- ziale Hubble per misurare per la pri- ma volta la velocità e la composizione dei misteriosi lobi. Si cerca ora di cal- colare la massa del materiale soffiato fuori dalla nostra galassia, cosa che permetterebbe di distinguere le cause dell'outburst tra diversi possibili sce- nari. Gli astronomi hanno proposto due possibili origini per i lobi bipolari: un'intensa formazione stellare al cen- tro della Via Lattea, oppure un'eru- zione del suo buco nero supermas- siccio. Sebbene gli astronomi abbiano già osservato venti gassosi, composti Il nucleo della Via Lattea spinge il vento a 3 milioni di km/h by NASA di flussi di particelle cariche, in uscita dai nuclei di altre galassie, ora stanno avendo una visione unica e ravvici- nata di quel fenomeno nella nostra stessa galassia. “Quando si guarda al centro di altre galassie, i flussi emessi appaiono più piccoli perché quelle ga- lassie sono più lontane” ha detto Andrew Fox, dello Space Telescope Science Institute di Balti- mora, Maryland, princi- pale ricercatore dello studio. “Ma le nubi che stiamo osservando ora sono ad appena 25000 anni luce di distanza, nalla nostra galassia. Ab- biamo un posto in prima fila. Possiamo studiare i dettali di queste strut- ture. Possiamo valutare quanto sono grandi e misurare quanto cielo coprono.” I risultati di Fox sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal Letters e presentati al 225° meeting dell'Ame- rican Astronomical So- ciety di Seattle, Wash- ington, USA. I giganteschi lobi sono stati denominati “Bolle di Fermi”, perché furo- no inizialmente indivi- duati dal Fermi Gamma- ray Space Telescope della NASA. La ri- levazione di raggi gamma ad alta energia suggerisce che un evento vio- lento nel nucleo galattico ha scagliato gas eccitato nello spazio. Per fornire maggiori informazioni sul flusso in uscita, Fox ha usato il Cosmic Origins

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