l'Astrofilo febbraio 2014
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ stellari sono ancora presenti in grandi quantità. Nel nostro sistema planetario non esistono mini-Nettuno nelle vicinanze del Sole per il semplice motivo che la forma- zione dei pianeti non è stata rapida come nei sistemi esaminati da Lithwick e Hadden. In sostanza, quando la Terra si formò, il Sole aveva già soffiato via la maggior parte del residuo gassoso rimasto dopo la sua forma- zione. I due ricercatori della Northwestern University hanno dimostrato che pianeti anche solo 2-3 volte più grandi della Terra hanno densità assai basse e che quindi la loro massa solida è ricoperta da una vasta atmosfera. Per valori delle masse più vicini a quello della Terra il quadro si complica, perché esistono sia pianeti a densità terre- stre (o più elevata, come nel caso di KOI- 314b) sia mini-Nettuno che si sono ridi- mensionati (vedi KOI-314c). I tempi di for- mazione dei pianeti rispetto a quelli delle loro stelle sono dunque determinanti alla comparsa di ambienti favorevoli o meno al- l'insorgere della vita. Un’altra ricerca sul medesimo argomento è stata presentate al meeting dal team di Geoff Marcy (University of California), che ha confermato la natura planetaria di una quarantina di candidati pianeti, ricorrendo- sia al metodo delle velocità radiali (con il Keck I delle Hawaii) sia alla tecnica TTV (quindi con i soli dati raccolti da Kepler). Questo lavoro ha confermato che i mini- Nettuno sono la tipologia di pianeti più dif- fusa e che al momento non esistono infor- mazioni univoche né sulla loro composi- zione né sulla loro struttura interna. In par- ticolare non è chiaro se possono esistere mini-Nettuno con un diametro uguale o molto vicino a quello terrestre. Tutte queste incertezze complicano notevolmente lo schema lineare finora accettato, secondo il quale un pianeta grande (o piccolo) come la Terra, non poteva che essere composto di roccia e metalli nella sua quasi totalità. Q uando più di un pianeta viene visto transi- tare ripetutamen- te sul disco di una stella c’è la possi- bilità impiegare la tecnica delle va- riazioni temporali dei transiti, che permette di calco- lare le masse di entrambi i piane- ti. Per quanto di difficile applica- zione, negli ultimi mesi diversi grup- pi di ricercatori grazie ad essa so- no riusciti a pesa- re oltre un centi- naio di pianeti ex- trasolari. [NASA] Lo schema in basso illustra come può essere strutturato inter- namente un mini- Nettuno: un nu- cleo roccioso (e metallico) è so- vrastato da un oceano globale, che a sua volta è sovrastato da un’estesa atmo- sfera gassosa. [Geoff Marcy] n
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