l'Astrofilo febbraio 2014
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ avrebbero occupato in assenza di perturba- zioni gravitazionali. Poiché l'entità di quel- l'azione è indicativa delle masse in gioco, i ricercatori sono risaliti alle masse dei due pianeti, con KOI-314b che è risultato 4 volte più pesante della Terra, e con KOI-314c che invece ha una massa del tutto paragonabile a quella del nostro pianeta. È questo il primo caso di un pianeta di massa terrestre “visto” transitare su un disco stellare. Ma le analogie non vanno molto oltre. Intanto per- ché la temperatura su- perficiale è stimata at- torno ai 100°C, ma so- prattutto perché, come abbiamo già detto più sopra, il diametro di KOI-314c risulta essere del 60% più grande di quello della Terra, il che si traduce nella presen- za di una voluminosa atmosfera, che abbassa drasticamente la densità media del pianeta, por- tandola a 1,3 volte quella dell'acqua (ol- tre 4 volte inferiore a quella della Terra). Per dar conto di una densità tanto bassa, quell'involucro gas- soso deve essere spes- so diverse centinaia di chilometri ed essere composto essenzial- mente di idrogeno ed elio. Alla luce di quan- to sopra, appare pro- babile che KOI-314c abbia iniziato la sua esistenza come mini- Nettuno e che nel tempo una parte con- sistente della sua at- mosfera sia evaporata a causa della radia- zione stellare. Questo verosimile scenario la- scia intuire quanto sia difficile discernere fra pianeti rocciosi di tipo terrestre e altre tipo- logie di pianeti, come appunto i giganti gassosi “sgonfiati” (o come i mondi rico- perti da profondissimi oceani globali) se non vi è la possibilità di determinare le loro masse. Il solo diametro ci dice ben poco e senza il valore delle masse è impossibile ca- pire fino a che punto determinati pianeti possano essere adatti a ospitare la vita, come noi la conosciamo. L e stelle che possiedono al- meno un pianeta mostrano una certa preferenza per quelli di taglia compresa fra quella della Terra e quella di Net- tuno. I pianeti più enigmatici, quelli di circa 2-3 masse terrestri, sono anche i più nume- rosi ma nono- stante ciò il nostro sistema solare ne è privo. A destra, un’animazione che illustra come Kepler raccoglie la luce delle stelle monitorate. [NASA Kepler Mis- sion/ Dana Berry]
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