l'Astrofilo febbraio 2014

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ team di ricercatori, solo 7 mostrano anticipi e ritardi nei transiti compatibili con la pre- senza di lune relativamente massicce. Come non di rado avviene in astronomia, capita che cercando una cosa se ne trovi un'altra non cercata, la chiamano serendi- pità, e anche il progetto HEK l'ha sperimen- tata allorquando i suoi promotori hanno analizzato i dati riguardanti KOI-314, una debole nana rossa situata a circa 200 anni luce dalla Terra. La fotometria di quella stella mostra chiaramente le tracce di due pianeti in transito, il più interno dei quali, denominato KOI-314b orbita attorno alla stella in 13 giorni e ha dimensioni un poco superiori a quelle della Terra (ricordiamo che il diametro viene stimato dalla percen- tuale di disco stellare occultato, nota la sua luminosità per unità di superficie). Il pianeta più esterno, KOI-314c, che descrive un'orbita in 23 giorni, mostra dimensioni ancor più si- mili a quelle terrestri (è quello con un dia- metro di circa 20400 km). Ma per stabilire effettivamente quanto l'uno o l'altro pos- sano offrire condizioni ambientali a noi fa- miliari era necessario calcolarne la massa. Cercando le loro lune anche attorno ai due pianeti di KOI-314, Kipping e colleghi hanno applicato ai loro moti la tecnica delle “va- riazioni temporali dei transiti” (TTV), tro- vando degli scarti che però non erano com- patibili con la presenza di lune, bensì con una serie di reciproche perturbazioni gravi- tazionali fra i pianeti, che si ripetevano quasi periodicamente e che potevano essere riconducibile al quasi risonante rapporto di 5 a 3 che lega i due periodi orbitali. Questa peculiarità, unita al fatto che i pe- riodi orbitali molto brevi, come appunto quelli di KOI-314b e KOI-314c, permettono di accumulare su periodi di anni grandi quantità di dati e di raggiungere un'elevata precisione di calcolo, ha consentito di deter- minare con esattezza quanto i due pianeti si strattonano, procurandosi reciprocamente anticipi e ritardi rispetto alle posizioni che ell’animazio- ne qui sopra è rappresentata la posizione del telescopio spazia- le Kepler rispetto alla Terra e le di- verse posizioni che esso assume durante l’anno per mantere i pannelli solari ri- volti nella giusta direzione. A sini- stra, la Terra a confronto con un mini-Nettuno, la tipologia di pia- neti che recenti lavori dimostrano essere la più dif- fusa nel vasto campione di stelle monitorato da Kepler. [NASA Kepler Mission/ Dana Berry]

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