l'Astrofilo febbraio 2014

ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ di frammenti che dispo- nendosi su orbite simili a quelle originarie sono andati a incrementare la cosiddetta “spazzatura spaziale”. Con questo termine si intende quel- l'insieme di oggetti arti- ficiali che orbitano at- torno alla Terra senza essere di alcuna utilità, quindi satelliti fuori uso, stadi di razzi vettori, frammenti di satelliti prodotti da collisioni, at- trezzature abbandonate o perse dagli astronauti e così via. Il NASA Orbi- tal Debris Program Of- fice stima che vi siano in orbita circumterrestre oltre mezzo milione di detriti con diametro su- periore a 1 cm e che almeno 20000 di essi abbiano dimensioni superiori ai 5 cm, tutti potenzialmente pericolosi per quel migliaio di satelliti attualmente operativi e costretti a muoversi in buona parte all'interno di quella nube di spazzatura. G li sviluppatori del progetto STARE. Da sinistra a destra: Brian Bauman, Vincent Riot, Darrell Car- ter, Lance Simms e Wim De Vries. [J. Russell/LLNL] A sinistra, un cu- besat formato da 3 unità, ciascuna di 10 cm di lato. [Lawrence Liver- more National Laboratory] Una delle istituzioni che si occupa di tenere monitorata questa preoccupante situa- zione è lo Space Surveillance Network (SSN), che attraverso una trentina di telescopi e radiotelescopi sparsi per il mondo osserva quotidianamente le decine di migliaia di oggetti più grandi, ricalcolandone conti- nuamente l'orbita al fine di conoscere la loro posizione con una precisione suffi- ciente a far prevedere con giorni di anti- cipo possibili collisioni. La necessità di tenere aggiornati i parame- tri orbitali deriva dal fatto che l'atmosfera terrestre non ha quel confine nettissimo che siamo abituati a vedere nelle fotogra- fie. In realtà, anche se molto più rarefatta, si estende per parecchie altre centinaia di chilometri, inglobando quindi una gran quantità di spazzatura spaziale e di satelliti operativi, inclusa l'International Space Sta- tion. Poiché la densità del gas atmosferico a quelle quote varia in funzione dell'attività solare e di altri fattori che mutano impre- vedibilmente, l'entità del frenamento che gli oggetti in orbita bassa subiscono è al- trettanto imprevedibile, anche perché varia con la massa e la forma dell'oggetto, non- ché con l'ampiezza della superficie esposta all'attrito, ampiezza che è ignota per i nu-

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