Astrofilo febbraio 2013

TERRA ASTROFILO l’ Che cosa può aver dunque prodotto quel picco di carbonio-14 nei cedri giapponesi, picco risocontrato con minore risoluzione temporale (10 anni) anche negli anelli di accrescimento di alberi europei e ameri- cani? L’unico altro evento cosmico in grado di produrre un flusso di energia adeguato a spiegare il fenomeno scoperto da Miyake è un lampo gamma, noto in gergo come GRB, da gamma ray burst. Ed è questa la via che Hambaryan e Neuhäuser hanno de- ciso di percorrere per trovare quella che è attualmente considerata la soluzione più verosimile. I GRB vengono suddivisi in due gruppi, quelli lunghi e quelli corti, con i lunghi che durano più di 2 secondi e con i corti che du- rano meno di 2 secondi ma che sono capaci di generare raggi gamma più duri, quindi di energia più elevata. La suddivisione in base alla durata (non rigidissima) non è una pura convenzione, infatti i GRB lunghi sono originati dal collasso gravitazionale di stelle molto massicce che esplodono come supernovae, mentre i GRB corti sono inne- scati dalla fusione di due astri già collassati, generalmente coppie, anche miste, di stelle di neutroni e buchi neri. Secondo alcune ri- cerche, anche le fusioni che coinvolgono le nane bianche possono essere fonte di GRB corti, se riescono a dar vita a una stella di neutroni senza esplodere come supernovae I a , quelle che tipicamente hanno come progenitori proprio due nane bianche. Indipendentemente dai protagonisti che entrano in scena, l’energia sprigio- nata dalla fusione di due astri collassati si irradia nel cosmo attraverso jet relati- vistici piuttosto collimati e di brevissima durata. Quando uno di questi jet punta verso la Terra, il suo arrivo viene percepito, da appositi telescopi in or- bita, come un lampo di ra- diazione gamma. Tutti i lampi gamma finora rilevati risultano provenire da altre galassie, quindi non dalla nostra, e grazie alla grande distanza di ori- gine non hanno alcuna influenza sulla bio- sfera, a dispetto della titanica energia che scatenano. Ma che cosa accadrebbe se un GRB fosse innescato a una distanza relativa- mente piccola dalla Terra e il flusso di raggi gamma in arrivo fosse di conseguenza mol- to più concentrato? Secondo Hambaryan e Neuhäuser sarebbe sicuramente in grado di produrre l’eccesso di carbonio-14 osservato e potrebbe essere anche responsabile di un’altra anomalia riscontrata all’incirca nel- A nche se graficamente i lampi gamma corti ven- gono rappresentati come qui a fianco, in realtà sono molto poco visibili alle lunghezze d’onda a noi più familiari, e anche quando visibili lo sono per brevissimo tempo. [ESO]

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