Astrofilo febbraio 2013

ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ quanto mai utile avere un’area di servizio or- bitale (chiamiamola così). Infatti molti satel- liti terminano la loro missione a causa del- l’esaurirsi del combustibile necessario al cor- retto funzionamento. Quando un satellite non è più manovrabile perché ha i serbatoi vuoti, spesso diventa inutilizzabile oppure così limitato nelle sue funzionalità da non giustificare più le spese legate alla sua ge- stione. Se però ci fosse una compagnia aero- spaziale in grado di fare rifornimenti in orbi- ta, la vita media dei satelliti aumenterebbe, con vantaggi non indifferenti per i gestori. La Deep Space Industries mira anche a que- sto ruolo di “benzinaio” per i suoi profitti di breve termine, grazie ai quali si propone di mantenere in vita il programma spaziale, in attesa che ben maggiori introiti possano ve- nire dall’attività mineraria intensiva. Il lavoro sicuramente non mancherà, visto che gli asteroidi che si approssimano al no- stro pianeta sono migliaia. Resterà da capire come regolamentare quel settore, perché il rischio di una conquista indiscriminata da parte di pochi di ciò che è di tutti si profila ancora una volta all’orizzonte. A chi appar- tengono gli asteroidi? n N ei piani a più breve termine della Deep Space Industries c’è la produzione di combustibili a partire dagli ele- menti estratti dai terreni asteroi- dali. [DSI & Bryan Versteeg] zione sarebbe possibile direttamente nello spazio. Da lì a giungere alla costruzione di basi orbitali e astronavi interplanetarie ce ne passa, ma se non si comincia da qualche parte non riusciremo mai a schiodarci dalla Terra (ammesso che ciò sia utile). L’obiettivo primario della Deep Space Indu- stries è quello di estrarre dagli asteroidi idro- geno e ossigeno, con i quali creare delle scorte di acqua e di carburante per i veicoli spaziali e i loro eventuali equipaggi. Questo perché quelle due voci sono le più pesanti nel bilancio delle missioni spaziali. L’acqua, in particolare, è un gran fardello da portare in orbita: ogni litro trasportato può costare anche più di 5000 dollari ed è facile intuire quale enorme vantaggio sarebbe rispar- miare sistematicamente sia il carico di acqua sia il carburante necessario a spingerla. Quando i viaggi interplanetari saranno di routine per gli esseri umani, diventerà fonda- mentale procacciare acqua e carburante di- rettamente dall’ambiente spaziale, e gli aste- roidi che transitano con regolarità nei pressi della Terra sono il luogo ideale dal quale quelle materie prime possono essere ricavate. Ma anche limitandoci al presente sarebbe

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