Astrofilo febbraio 2013
ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ T erza fase del programma della Deep Space Industries: en- trano in azione le astronavi Harve- stor, che si ag- grappano agli asteroidi ed estraggono i mi- nerali dal sotto- suolo. [DSI & Bryan Versteeg] Stando ai programmi ufficiali, la Deep Space Industries sta progettando una piccola flotta di navicelle, chiamate Firefly, che a partire dal 2015 perlustreranno alcuni asteroidi per va- lutare il tipo e la quantità di elementi volatili “facilmente” prelevabili. Contemporanea- mente saranno stimate le quantità di metalli utili alla costruzione di strutture varie in or- bita terrestre. Sempre secondo i piani della Deep Space Industries, una volta stabilito che cosa si può prelevare, in che misura e dove, entrerà in azione una seconda tipologia di navicelle, le Dragonfly, che verso il 2020 sa- ranno in grado di prelevare i primi consi- stenti campioni di terreno asteroidale e anche piccolissimi asteroidi completi, da uti- lizzare per le prove generali di estrazione. Successivamente avrà inizio la fase di sfrutta- mento mineraria intensiva, tramite le astro- navi Harvestor, vere e proprie piattaforme spaziali in grado di manipolare interi aste- roidi, estraendo e prelavorando gas e metalli. Fantascienza? Niente affatto. Forse le sca- denze che la Deep Space Industries si è imposta sono un po’ ottimistiche, ma da quando la NASA (causa tagli al bilancio) ha fatto un passo indietro, lasciando campo li- bero alle iniziative private in fatto di turismo spaziale, servizio navetta e, appunto, sfrut- tamento degli asteroidi, si sono moltiplicati i progetti astronautici di compagnie non go- vernative che possono contare su capitali spaventosi, oltre che sull’appoggio esterno della stessa NASA. Lo spirito competitivo ti- picamente statunitense (tutte le iniziative private sono made in USA) e la concorrenza commerciale faranno il resto. Da non dimenticare a questo proposito che l’anno scorso una compagnia privata, la Spa- ceX, ha effettuato con successo un riforni- mento alla stazione spaziale internazionale, quindi la tecnologia per raggiungere gli asteroidi vicini è già ampiamente nella di- sponibilità degli enti non governativi. Quella di utilizzare gli asteroidi come mi- niere “a cielo aperto” è un’idea che risale addirittura alla fine dell’Ottocento, quando in un romanzo fantascientifico, “Edison's Conquest of Mars” (1898), di Garrett Put- man Serviss, si fa cenno proprio a quella possibilità. Del resto, da lungo tempo sap- piamo che gli asteroidi sono ricchi di mine- rali dai quali si può estrarre un po’ di tutto, e attraverso opportune strutture la raffina-
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