Astrofilo febbraio 2013
EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ o qualche ora più tardi. E pen- sare che il secolo scorso erano considerate i più precisi crono- metri dell’universo! Già questi comportamenti a- nomali sarebbero più che suf- ficienti a turbare il sonno di qualche fisico teorico, ma una nuova ricerca sulla pulsar B0943+10, condotta contem- poraneamente nelle onde radio e nei raggi X, complica ora ulteriormente il quadro, fornendo risultati del tutto inattesi. Scoperta negli anni ’80 da Svetlana Suleymanova, al Pushchino Radio Astronomi- cal Observatory (nei pressi di Mosca), quella pulsar è ben nota fra gli addetti ai lavori per come cambia repentinamente la propria luminosità nella banda radio. La nuova ricerca, condotta da un team di astrofisici diretto da Joanna Rankin (University of Ver- mont), veterana nello studio di quello spe- cifico oggetto, aveva l’obiettivo di analiz- zare il segnale della pulsar nella banda X, per cercare eventuali relazioni con gli im- pulsi radio. Per poter esaminare simultanea- mente l’astro collassato in due regioni dello spettro così lontane fra loro è stato necessa- rio coordinare i tempi osservativi del satel- lite XMM-Newton con quelli di due grandi reti di radiotelescopi, il Low Frequency Array (LOFAR), in Olanda, e il Giant Meter Wave Telescope (GMRT), in India. Quello che i ricercatori si aspettavano di scoprire era che la variabilità del segnale X ricalcasse pari pari, tutt’al più con un leg- gero sfasamento, la variabilità del segnale radio, circostanza già prevista dalla teoria. E invece, come riferisce un recentissimo ar- ticolo apparso su Science a firma della stessa Rankin, di Wim Hermsen (Nether- lands Institute for Space Research, Utrecht), di Ben Stappers (University of Manchester, UK) e di Geoff Wright (Sussex University), è stato scoperto l’esatto opposto, con gli im- pulsi X che si alternano a quelli radio, come se la pulsar avesse uno switch per commu- tare gli impulsi da una frequenza all’altra. Dunque, quando B0943+10 pulsa nel radio sembra spenta nei raggi X, mentre quando pulsa nei raggi X c’è un silenzio radio. Un comportamento inspiegabile, soprattutto considerando che quelle due bande dello spettro elettromagnetico non potrebbero essere più diverse (solo i raggi gamma sono più lontani dalle onde radio). Il fatto però che si alternino nel dominare la luminosità di quella pulsar significa che in qualche modo sono legate a un comune meccani- smo fisico. Inoltre, la capacità dell’astro di “ricordare” il suo stato precedente e di farvi ritorno suggerisce che alla base di quell’insolito comportamento debba es- servi qualcosa di fondamentale. L’idea di osservare il divenire degli impulsi di B0943+10 contemporaneamente a di- verse lunghezze d’onda era nata dalla ne- cessità di capire quali processi fisici hanno luogo nelle vicinanze dei poli magnetici. Se infatti c’è un generale consenso sull’origine dell’emissione radio, che ha come motore il velocissimo movimento di particelle cariche altamente energetiche lungo le linee di forza del campo magnetico delle pulsar, non è invece affatto chiaro come quelle parti- celle vengono strappate via dalla superficie della stella collassata e come possono essere accelerate fino alle energie riscontrate. Il se- greto di quei processi si nasconde molto probabilmente nei poli magnetici e poiché uno di essi punta ogni pochi secondi o fra- U na spettaco- lare introdu- zione al mondo delle stelle di neutroni, gli astri collassati che prendono il nome “pulsar” quando la radiazione rila- sciata da un loro polo magnetico investe la Terra ad ogni rotazione della stella sul suo asse. [NASA]
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