Astrofilo febbraio 2013

CORPI MINORI ASTROFILO l’ 8799 e con quella del nostro sistema plane- tario, fatte le dovute proporzioni in fatto di masse in gioco. In particolare, in tutti i si- stemi la distanza dalla stella centrale della fa- scia più fredda ed esterna risulta 10 volte superiore a quella della fascia interna, una coincidenza che potrebbe non essere for- tuita, bensì dipendere da dinamiche evolu- tive dei sistemi planetari non ancora chiare. Il semplice fatto di scoprire delle fasce di de- triti attorno alle stelle potrebbe dunque es- sere indicativo dell’esistenza di pianeti, ma purtroppo individuarle non è così semplice, essendo la luminosità delle stelle che le ospi- tano assolutamente dominante. L’unica via percorribile per scoprire tali strutture è quella di rilevare un eccesso di radiazione in- frarossa (o submillimetrica) nelle immediate adiacenze di una stella, è infatti in quella banda che si ottiene il miglior guadagno fra l’emissione stellare e l’emissione di corpi asteroidali-cometari e dei loro derivati. Non è un caso che per scoprire la nuova fascia asteroidale di Vega i ricercatori abbiano uti- lizzato i telescopi spaziali Spitzer e Herschel, entrambi dedicati all’astronomia infrarossa. A dispetto della potenza degli strumenti im- piegati, l’emissione luminosa attribuibile ai detriti delle fasce finora scoperte è sostan- zialmente non risolta, come dire che non è C onfronto fra le fasce aste- roidali presenti attorno a Vega e attorno al Sole. Facendo le do- vute proporzioni, i due sistemi sono praticamente ge- melli e questo la- scia ben sperare che anche attorno a Vega possa es- sere presente un sistema planeta- rio. [NASA/JPL- Caltech] possibile caratterizzare gli oggetti che le co- stituiscono. Il fatto però che all’interno delle fasce siano presenti ingenti quantitativi di polveri implica l’esistenza di attività come- taria e di ripetute collisioni asteroidali. Strutture come quelle scoperte attorno a Vega potrebbero infatti mantenersi per non più di 10000 anni se non fossero costante- mente rifornite di nuova polvere. La pres- sione della radiazione stellare sarebbe in- fatti più che sufficiente a disperderle, ma poiché le vediamo parecchi milioni di anni dopo la formazione di quei sistemi, significa che al loro interno vi sono una miriade di oggetti di taglia cometaria-asteroidale che si stanno lentamente consumando. Questa conclusione rafforza le analogie tra le fasce di detriti del nostro sistema solare e quelle individuate attorno a Vega, Fomalhaut e HD 8799. È vero che nel caso di queste ultime le masse di detriti sono maggiori, ma è anche vero che si tratta di stelle molto più giovani e un po’ più massicce del Sole, quindi è le- cito attendersi la situazione riscontrata. Dal momento che il nostro stesso sistema planetario dimostra che le fasce di asteroidi e di comete sono strutture dalla lunghissima durata, potrebbero essere molto ricorrenti attorno alle altre stelle e forse interessare tutti i sistemi planetari. n

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