Astrofilo febbraio 2013
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ R iprese infra- rosse quadri- banda del campo celeste adiacente ad HAT-P-7, visi- bile al centro di ogni fotogramma. La piccola stella sulla sinistra, se- parata di 1200 UA, è fisicamente le- gata al sistema, mentre l’ancor più debole astro visi- bile sulla destra (soprattutto in K e H) è una stella di sfondo. [NAOJ] n l’intervento della stella compagna e del nuovo pianeta scoperto, l’orbita retrogra- da di HAT-P-7b non si sarebbe conservata fino ai nostri giorni. È doveroso precisare che quello proposto dal team di Narita è solo uno degli scena- ri che si adattano con qualche variante all’attuale configurazione del sistema di HAT-P-7. Pur non essendo l’unica soluzione è comunque la più verosimile. L’aspetto più rilevante del lavoro svolto col telescopio Su- baru dal team giapponese sta probabil- mente nel fatto di aver dimostrato che in presenza di pianeti con orbite retrograde è fondamentale setacciare in profondità il cielo attorno alle stelle che ospitano quei pianeti. Se infatti, come si sospetta, il moto retrogrado viene innescato sistematica- mente da una stella compagna (con l’even- tuale complicità di un altro pianeta), allora quella stella da qualche parte deve essere e va trovata se si vuol completare il quadro. In attesa di ulteriori conferme su altri si- stemi, va sottolineato che scoperte di que- sto tipo forniscono elementi importanti nella comprensione dell’origine di una grande varietà di sistemi planetari, nei quali le proprietà delle orbite non sono così scon- tate come nel nostro. Si calcola che addirit- tura un terzo dei pianeti giganti possa trovarsi su orbite sensibilmente eccentriche e altamente inclinate, quando non retro- grade. HAT-P-7b è insomma ben lontano dall’essere un’eccezione. L’aver scoperto esattamente quello che si andava cercando ha permesso al gruppo di Narita di confermare che il meccanismo alla base dello scenario riscontrato è effet- tivamente quello descritto per la prima volta all’inizio degli anni ’60 da Yoshihide Kozai (segnatamente alle orbite asteroi- dali). Nella fattispecie, poco dopo la forma- zione del sistema, la stella compagna ha iniziato a perturbare l’orbita di HAT-P-7c inclinandola, dopodiché la nuova configu- razione ha iniziato a produrre effetti simili ma più vistosi sull’orbita di HAT-P-7b, che inclinandosi oltre i 90° è divenuta retro- grada. L’intero processo ha richiesto parec- chio tempo e potrebbe essere ancora in evoluzione. L'unica cosa certa è che senza
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