Astrofilo febbraio 2013
PLANETOLOGIA FEBBRAIO 2013 F ino al 2008 non si conoscevano pianeti retrogradi, ossia pianeti che orbitano attorno alla loro stella in direzione op- posta a quella di rotazione della stella sul suo asse. Sembrava più che ovvio che un qualunque corpo di qualunque sistema pla- netario ruotasse nello stesso verso della propria stella, dal momento che sia gli uni che l’altra nascono dal medesimo disco di gas e polveri, che ha un unico senso di ro- tazione al suo interno. Quando però dalla fine del secolo scorso iniziarono a moltipli- carsi le scoperte di pianeti extrasolari posti su orbite molto inclinate ed eccentriche, ci si rese conto che al di fuori del nostro si- stema planetario le cose potevano essere assai diverse e meno ordinate rispetto a come eravamo abituati a vederle. Per interpretare correttamente il percorso orbitale di numerosi pianeti è stato indi- spensabile aggiornare teorie e modelli, che ormai non potevano non tener conto del fenomeno delle migrazioni, alle quali tutti i pianeti giganti (e di riflesso anche molti di quelli piccoli) vengono sottoposti dalle re- ciproche perturbazioni gravitazionali. Le conseguenze più vistose della migrazione sono l’espulsione di uno o più pianeti da ciascun sistema planetario, la possibile im- missione di pianeti su orbite di tipo come- tario e perfino su orbite tanto inclinate da superare i 90° e divenire quindi retrograde. Quest’ultimo scenario ha un primo riscon- tro diretto nel maggio del 2008, quando un team di ricercatori giapponesi scopre tra- mite lo spettrografo ad alta dispersione del telescopio Subaru (Hawaii) un pianeta gi- gante retrogrado, in orbita attorno a una stella lontana dalla Terra circa 1040 anni luce e denominata HAT-P-7. Come consue- tudine, il pianeta ha preso il nome della stella con l’aggiunta della “b” che lo iden- tifica come primo pianeta scoperto attorno a quella stella. Negli anni successivi, il moto proprio di HAT-P-7 è stato monitorato accuratamente, perché non si capiva attraverso quale mec- canismo l’orbita del suo unico pianeta fosse diventata prima polare, per poi proseguire, di poco, verso la configurazione retro- grada. I ricercatori giapponesi, sotto la guida di Norio Narita, propendevano per il ASTROFILO l’ radi, R appresentazione fantastica del sistema di HAT-P-7, realizzata sulla base delle osser- vazioni fatte con il telescopio giapponese Su- baru. Il pianeta più vicino alla stella è quello con moto retrogrado. Qui sotto c’è il gigante gassoso scoperto successivamente assieme alle stella compagna visibile in alto. [NAOJ]
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=