Astrofilo febbraio 2013
della superficie visibile. In questa attività ven- gono evidentemente in aiuto le escavazioni prodotte dagli impatti asteroidali, grazie alle quali è talvolta possibile esaminare il sotto- suolo semplicemente osservando il fondo dei crateri e le loro pareti interne. Il discorso sarebbe valido anche per la Terra, se non fosse che gli ambienti all’interno dei quali quasi 4 miliardi di anni fa prese il via l’avventura della vita, sono stati da lunghis- ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ G razie a riprese effettuate con il Mars Reconnaissance Orbi- ter è stato possibile riconoscere all’interno di McLaughlin la pre- senza di carbonati e argille, tipici prodotti dell’azione di acque in libero movimento. Le frecce indi- cano i punti di maggiore concen- trazione di quei composti, lungo le rocce sedimentarie presenti sul fondo del cratere. [NASA/JPL- Caltech/Univ. of Arizona] I n questa rico- struzione tridi- mensionale del cratere McLaugh- lin sono state in- dicate con delle frecce le direzioni verso le quali ri- sulta essersi pro- pagata l’acqua emersa dal sotto- suolo. Come si può notare, i primi rilievi inte- ressati dall’inon- dazione sono anche quelli più arrotondati, segno dell’azione erosiva dell’ac- qua. [NASA] simo tempo rimescolati dalla tettonica a zolle, fenomeno che di fatto ci impedisce di capire con precisione quando e in quale ambiente i nostri più lontani antenati sono comparsi sul nostro pianeta. Marte non pare abbia avuto una tettonica a zolle rile- vante e se quindi l’opinione diffusa che il suo sottosuolo possa aver ospitato la vita contemporaneamente a quello terrestre è valida, dovrebbe ancora conservare le vesti- gia di quel periodo. Da lì po- trebbero insomma giungere risposte sul nostro stesso pas- sato. Anche per questo moti- vo, lo studio di terreni stra- tificati (quelli più favorevoli alla conservazione di quelle tracce) sul fondo del cratere McLaughlin sta destando no- tevole interesse. 100 metri
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