Astrofilo febbraio 2013

asteroide su Marte (come su altri corpi roc- ciosi) ha la capacità di rivoltare i terreni col- piti, facendo affiorare rocce sedimentarie fino a quel momento nascoste in profondità. Questa eventualità è molto interessante per- ché offre ai ricercatori la possibilità di esami- nare le proprietà chimico-fisiche di stratifica- zioni che possono aver rappresentato un ha- bitat ideale allo sviluppo di forme di vita mi- crobica. Il sottosuolo marziano è infatti considerato l’am- biente con le mag- giori probabilità di aver ospitato vita sul pianeta rosso, sia per la presenza di riserve di acqua, sia per la sua fun- zione di scudo con- tro gli stravolgi- menti superficiali e atmosferici e con- tro le radiazioni nocive provenienti dallo spazio ester- no. Se dunque su Marte ci fu la vita, un buon modo per trovarne traccia è quello di cercarla metri o decine di metri al di sotto ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ McLaughlin, oltre ad es- sere uno dei crateri più profondi, ha la partico- larità di trovarsi su ter- reni molto bassi rispetto al livello medio della su- perficie marziana ed è praticamente collocato alla fine di un vasto pen- dio che degrada lenta- mente per centinaia di chilometri. La sua pro- fondità e la sua colloca- zione altimetrica sono già di per loro due fat- tori molto interessanti, quando si considera che le principali riserve di acqua presenti su Marte avevano in passato (e forse hanno ancora) una collocazione sub- superficiale. Alcuni di quei depositi sono stati inevitabilmente sconvolti dalla forma- zione dei crateri, che in certi casi possono es- sere stati invasi dall’acqua fino a formare veri e propri laghi. A maggior ragione ciò può essere avvenuto su terreni già depressi, come quelli che ospitano McLaughlin. Oltre a provocare la fuoriuscita di acqua in- trappolata nel sottosuolo, la caduta di un V isione d’in- sieme del cra- tere McLaughlin come appare oggi. Se potessimo ve- derlo com’era al- cuni miliardi di anni fa ci appari- rebbe ricoperto d’acqua almeno fino ai primi rilievi del suo bordo. [ESA/DLR/FU Ber- lin/Nuekum] S paccato del sottosuolo marziano che evi- denzia i depositi di ghiaccio d’ac- qua che vi si na- scondono. I piccoli impatti meteori- tici non sono in grado di modifi- care quei depositi, ma i grandi im- patti asteroidali del passato li hanno liquefatti, facendo sgorgare l’acqua all’interno delle depressioni superficiali. È in quegli ambienti che possono es- sere trovate trac- ce di vita. [NASA]

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