Astrofilo febbraio 2013
10 TERRA ASTROFILO l’ la stessa epoca a carico del berillio-10, inso- litamente abbondante nei ghiacci antartici, in depositi risalenti al 770-780 d.C. (anche in questo caso la risoluzione non è migliore del decennio). Ma non solo. Un GRB corto emette un’energia compresa fra 10 49 e 10 51 erg (paragonabile a quella di una supernova), il che significa che per pro- durre l’eccesso di carbonio-14 in questione, il lampo deve generarsi a una distanza com- presa fra 300 e 13 000 anni luce (l’energia viene “diluita” al crescere della distanza, in funzione del quadrato di quest’ultima). È però stato calcolato che se un lampo di quel tipo partisse da una distanza inferiore ai 3000 anni luce si avrebbero pesanti effetti sulla biosfera, con estinzione di un numero crescente di specie viventi al crescere della prossimità. Poiché non vi sono testimo- nianze scientifiche in tal senso per il Me- dioevo, il GRB corto non può che essersi manifestato fra i 3000 e i 13000 anni luce dal nostro pianeta. A quelle distanze si pre- vede che il fenomeno risulti visibile anche a occhio nudo (il flusso gamma ha spesso con- troparti a lunghezze d’onda maggiori), con una magnitudine massima non più debole di -2, quindi più brillante di tutte le stelle del cielo; ma pur perdurando quel tipo di segnale più a lungo del lampo gamma (circa 1 giorno) è facile immaginare che possa co- munque passare inosservato. Il fenomeno potrebbe ad esempio avere il suo picco in pieno giorno a breve distanza (apparente) dal Sole, oppure sopra il bel mezzo di un oceano, o ancora su regioni abitate ma in- teressate da diffuso maltempo. Fatto sta che nessuna cronaca dell’epoca riferisce di fenomeni celesti sicuramente riconducibili a quel tipo di evento, e ciò convalida indi- rettamente l’ipotesi stessa del GRB corto. Sebbene quel tipo di lampi gamma siano molto poco conosciuti e si abbiano solo idee più o meno vaghe sul loro possibile ri- correre all’interno della nostra galassia, Hambaryan e Neuhäuser hanno voluto non- dimeno spingersi oltre per capire se l’ipotesi del GRB corto abbia anche una consistenza statistica. Per quanto se ne sa da varie ricer- che prodotte negli ultimi anni, il tasso di GRB corti extragalattici che puntano verso di noi è compreso fra 5 e 13 unità per giga- parsec cubico all’anno (1 parsec = 3,26 anni luce). Rapportando quella frequenza alle dimensioni della nostra galassia si trova che può manifestarsi (per l’osservatore terre- stre) un GRB corto galattico ogni 230 000- 600 000 anni. (È molto probabile che l’at- tuale soglia di rilevamento da parte dei te- lescopi gamma non consenta di registrare Q uando la luce di un lampo gamma, prima di giungere sulla Terra, attraversa strutture opache, può perdere la componente visi- bile della luce li- berata durante l’evento che ha generato il lampo. L’assorbimento lu- minoso può es- sere così intenso da oscurare com- pletamente per- sino l’esplosione di una supernova. Ma ciò non basta a fermare i fotoni gamma, che gra- zie alla loro ecce- zionale energia continuano a sfre- ciare nello spazio. [ESO/L. Calçada]
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