l'Astrofilo febbraio 2012

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ durante i quali le loro superfici si sono soli- dificate, lasciando però almeno su Luna1 uno strato subsuperficiale di magma li- quido, nella cui composizione abbondavano gli elementi del gruppo KREEP: potassio (K), terre rare (REE) e fosforo (P). A causa delle pesanti maree esercitate dalla Terra, le due Lune hanno da subito iniziato a rallentare il proprio moto rotatorio, au- mentando per contro la loro distanza media dal pianeta, che dopo circa 10 mi- lioni di anni doveva essere di 120-130mila km. A quel punto la gravità del Sole ha co- minciato a giocare un ruolo importante, de- stabilizzando la più leggera Luna2, che sbalzata fuori dal suo punto lagrangiano ha finito con l’impattare Luna1 in tempi rela- tivamente brevi. Non è chiaro quale delle due abbia rag- giunto l’altra, ma in ogni caso si è trattato più di una “spanciata” di Luna2 su Luna1, che non di un impatto vero e proprio, e ciò a causa delle basse velocità relative tipiche di due orbite quasi identiche. L’energia de- rivante dall’incontro e la gravità dei due corpi sarebbero state comunque sufficienti a disgregare completamente Luna2, che con una minima perdita di materia (poi co- munque ricaduta su Luna1) si sarebbe let- teralmente spalmata su quelle che oggi è la faccia nascosta del nostro satellite naturale. Il perché sia attualmente proprio quell’emi- sfero il più lontano dalla Terra può trovare una spiegazione supponendo che all’epoca della collisione le due lune avevano il moto di rotazione già sincronizzato con quello di rivoluzione, e che quella collisione è stata quasi radente, con Luna2 poco più distante dalla Terra di Luna1. Ipotizzare che i due sa- telliti ruotassero ancora liberamente sul proprio asse renderebbe più difficile inter- pretare la situazione odierna. Il modello di Asphaug e Jutzi spiegherebbe inoltre l’anomala abbondanza di KREEP su- perficiale nell’emisfero oggi rivolto verso la Terra: l’inglobamento di Luna2, infatti, avrebbe frantumato la giovane e sottile cro- sta di Luna1, provocando un riversamento del sottostante magma fluido ricco di KREEP nell’emisfero opposto, dove si sa- rebbe depositato e solidificato. Insomma, vuoi per le piccole lune dei tempi nostri, vuoi per la ben più grande seconda luna della preistoria planetaria, risulta a questo punto difficile parlare della Luna come dell’unico satellite della Terra! A nche Giapeto, uno dei più grandi satelliti di Saturno, ha spe- rimentato in un lontano passato una specie di fu- sione con un’al- tra luna. L’evento ha lasciato una catena montuosa (creata dai fram- menti della luna distrutta), ben vi- sibile in queste immagini. [NASA, JPL-Caltech] n

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