l'Astrofilo gennaio-febbraio 2025
45 ASTRO PUBLISHING che ci fosse una certa speranza di ve- dere qualcosa in più, come l’inter- faccia tra la stella e il suo disco, ma di certo non ce lo aspettavamo. Il fatto di aver visto così tanto in più − era molto più luminoso nell’ultra- violetto di quanto avessimo previsto − è stata la grande sorpresa.” Originariamente ritenuto un caso u- nico tra le stelle, FU Ori esemplifica una classe di stelle giovani ed erutti- ve che subiscono cambiamenti dram- matici di luminosità. Questi oggetti sono un sottoinsieme delle stelle T Tauri classiche, che sono stelle di nuova formazione che si stanno in- grandendo tramite l’accrescimento di materiale dal loro disco e dalla ne- bulosa circostante. Nelle stelle T Tauri classiche, il disco non tocca diretta- mente la stella perché è limitato dal- la pressione verso l’esterno del cam- po magnetico della stella. I dischi di accrescimento attorno agli oggetti FU Ori, tuttavia, sono suscettibili di instabilità a causa della loro enorme massa rispetto alla stella centrale, di interazioni con una compagna bina- ria o materiale in caduta. Tale insta- bilità significa che il tasso di accre- scimento di massa può cambiare dra- sticamente. Il ritmo aumentato in- terrompe il delicato equilibrio tra il campo magnetico stellare e il bordo interno del disco, portando il mate- riale ad avvicinarsi e infine a toccare la superficie della stella. ASTROFILO l’ GENNAIO-FEBBRAIO 2025 I llustrazione delle fasi iniziali dell’esplosione della giovane stella FU Orionis (FU Ori), circondata da un disco di materiale. Un team di astronomi ha sfruttato le capacità ultraviolette del telescopio spaziale Hubble per saperne di più sull’inte- razione tra la superficie stellare di FU Ori e il disco di accrescimento che ha scari- cato gas sulla stella in crescita per quasi 90 anni. Si è scoperto che il disco inter- no, a contatto con la stella, è molto più caldo del previsto, 16000 kelvin, quasi tre volte la temperatura superficiale del nostro Sole. Quella temperatura rovente è quasi il doppio di quanto stimato in precedenza. [NASA-JPL, Caltech]
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