l'Astrofilo gennaio-febbraio 2024
9 GENNAIO-FEBBRAIO 2024 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ tone precedente. Per questi e per altri mo- tivi, negli ultimi de- cenni l’ipotesi della luce stanca è caduta sempre più nell’oblio, almeno fino a quan- do non è arrivato Gup- ta, con la pubblicazio- ne dell’articolo men- zionato più sopra. Inizialmente, Gupta ha tentato di creare un modello ibrido, combinando il mo- dello standard del- l’universo in espan- sione con quello della luce stanca, per ve- dere se i risultati for- niti riuscivano a ren- dere conto dei dati raccolti da Webb. Ciò che lo scienziato ha ottenuto è stato dila- tare l’età dell’univer- so fino a 19,3 miliardi di anni, valore ancora insufficiente a giusti- ficare le strutture del- le galassie precoci. Successivamente, Gup- ta ha creato un nuovo modello ibrido, ab- bandonando quello standard e combinan- do quello della luce stanca con una teoria cosmologica proposta da Paul Dirac nel 1937, basata sull’ipotesi che la costante gravitazionale decresca lentamente nel tempo. Questo secondo, complesso tenta- tivo ha quasi raddoppiato l’età del- l’universo oggi comunemente accet- tata, rendendo le galassie precoci osservate da Webb non più precoci, dal momento che il tempo a dispo- sizione per la loro formazione ed evoluzione si allunga da 10 a 20 vol- te rispetto al modello standard. L ’ammasso di galassie MACS0416 visto di recente dal telescopio spaziale James Webb in luce in- frarossa. Sono state immagini come questa a rivelare per la prima volta agli astronomi che nell’universo primordiale esistono galassie caratterizzate da uno sviluppo così precoce che appare impossibile spiegare la loro esistenza con il modello cosmologico standard. [NASA, ESA, CSA] Anche il nuovo modello di Gupta, pe- rò, dovrà saper interpretare in mo- do soddisfacente tutte quelle osser- vazioni già correttamente interpre- tate dal modello standard, e questo è tutto da vedere. Al momento, la soluzione proposta da Gupta per risolvere il problema delle galassie precoci sembra solle- vare più dubbi che certezze, e la co- munità astronomica si limita per lo più a considerarla un interessante esperimento mentale per esplorare il tipo di fisica di cui avremo biso- gno per spiegare le osservazioni di Webb ed eventualmente di futuri, potentissimi telescopi. Concludiamo ponendoci una do- manda: “È credibile che un secolo di studi cosmologici, che hanno visto tra i protagonisti alcune delle mi- gliori menti di sempre, abbiano por- tato a sottostimare l’età dell’uni- verso di quasi il 50%?” !
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