l'Astrofilo gennaio-febbraio 2024
42 GENNAIO-FEBBRAIO 2024 ASTRO PUBLISHING che come NGC 6357), una grande ne- bulosa a emissione, sita a circa 5500 anni luce dalla Terra, nella costella- zione dello Scorpione. La Nebulosa Aragosta è uno dei complessi di for- mazione stellare più giovani e vicini, e ospita alcune delle stelle più mas- sicce della nostra galassia. Le stelle massicce sono più calde e quindi emettono più radiazioni ultravio- lette (UV), che possono disperdere il gas, riducendo la durata prevista del disco fino a un milione di anni. Gra- zie a Webb, gli astronomi possono ora studiare l’effetto della radia- zione UV nelle regioni interne di for- mazione dei pianeti rocciosi, nei di- schi protoplanetari attorno a stelle di tipo solare. “Webb è l’unico tele- scopio con la risoluzione spaziale e la sensibilità necessarie per studiare i di- schi di formazione planetaria nelle regioni di intensa formazione stel- lare” , ha affermato la responsabile del teamMaría Claudia Ramírez-Tan- nus, del Max Planck Institute for Astronomy, in Germania. Gli astronomi mirano a caratteriz- zare le proprietà fisiche e la compo- sizione chimica delle regioni dei di- schi rocciosi che formano pianeti nella Nebulosa Aragosta, utilizzando il Medium Resolution Spectrometer sul Mid-Infrared Instrument (MIRI) di Webb. Questo primo risultato si con- centra sul disco protoplanetario chia- ASTROFILO l’ by NASA/ESA/CSA Bethany Downer U n team internazionale di astro- nomi ha utilizzato il telescopio spaziale James Webb per for- nire la prima osservazione dell’acqua e di altre molecole nelle regioni in- terne altamente irradiate di un disco che forma pianeti rocciosi, in uno degli ambienti più estremi della no- stra galassia. I risultati suggeriscono che le condizioni per la formazione dei pianeti rocciosi possono verificarsi in una gamma di ambienti più ampia di quanto si pensasse in precedenza. Questi sono i primi risultati del pro- gramma eXtreme Ultraviolet Envi- ronments (XUE) di Webb, che si con- centra sulla caratterizzazione dei di- schi di formazione planetaria in re- gioni massicce di formazione stellare. Queste regioni sono probabilmente rappresentative dell’ambiente in cui si è formata la maggior parte dei si- stemi planetari. Comprendere l’im- patto dell’ambiente sulla formazione dei pianeti è importante per gli scien- ziati per ottenere informazioni sulla diversità dei diversi tipi di esopianeti. Il programma XUE prende di mira un totale di 15 dischi in tre aree della Nebulosa Aragosta (conosciuta an- I pianeti rocciosi possono formarsi in ambienti estremi
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