l'Astrofilo gennaio-febbraio 2024
27 GENNAIO-FEBBRAIO 2024 ASTRO PUBLISHING e l’altro 6,3 milioni di masse solari, sono distanti circa 1600 anni luce l’u- no dall’altro. Si stima che i due alla fi- ne, tra circa 250 milioni di anni, si fonderanno in uno solo per formare un buco nero ancora più massiccio, disperdendo violente increspature di onde gravitazionali attraverso lo spa- zio-tempo. Poiché la galassia è ancora scossa dal- l’impatto, la maggior parte dei ric- cioli che vediamo sono infiammati da giovani stelle luminose e vivai stellari attivi. Infatti, circa 23 oggetti trovati in questo sistema sono considerati candidati come giovani ammassi glo- bulari. Questi gruppi di stelle si gene- rano spesso in aree in cui la forma- zione stellare è più elevata del solito e sono particolarmente comuni nelle galassie interagenti, come vediamo qui. Una volta che la polvere si sarà depositata, si prevede che NGC 7727 diventerà una galassia ellittica com- posta da stelle più vecchie e con po- chissima formazione stellare. Simile a Messier 87, una galassia ellittica con un buco nero supermassiccio al cen- tro, questo potrebbe essere il desti- no della Via Lattea e della Galassia di Andromeda, quando si fonderanno insieme tra miliardi di anni. ASTROFILO l’ by NOIRLab Josie Fenske I bracci vorticosi di una galassia a spirale sono tra le strutture più riconosciute del cosmo: lunghe bande che si diramano da un nucleo centrale, ciascuna ricca di polvere, gas e abbaglianti sacche di stelle ap- pena formate. Eppure, questa figura opulenta può trasformarsi in una forma molto più bizzarra e amorfa durante una fusione con un’altra ga- lassia. Gli stessi bracci ampi vengono improvvisamente sconvolti e due bu- chi neri supermassicci nei rispettivi centri rimangono intrappolati in una danza mareale. È il caso di NGC 7727, una peculiare galassia situata nella costellazione dell’Acquario, a circa 90 milioni di anni luce dalla Via Lattea. Gli astronomi hanno catturato un’im- magine evocativa delle conseguenze di questa fusione utilizzando il Gemi- ni Multi-Object Spectrograph (GMOS) montato sul telescopio Gemini South in Cile, parte dell’Osservatorio Inter- nazionale Gemini gestito dal NOIR- Lab della NSF. L’immagine rivela vaste bande vorticose di polvere e gas in- terstellari che ricordano lo zucchero filato, mentre si avvolgono attorno ai nuclei in fusione delle galassie pro- genitrici. Dal tutto è emerso un mix sparso di regioni attive di formazione stellare e corsie di polvere sedentarie che circondano il sistema. Ciò che è più degno di nota di NGC 7727 sono senza dubbio i suoi nuclei galattici gemelli, ciascuno dei quali ospita un buco nero supermassiccio, come confermato dagli astronomi uti- lizzando il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO. Si suppone che la galassia abbia avuto origine da una coppia di galassie a spirale coinvolte in una dan- za celeste circa un miliardo di anni fa. Stelle e nebulose si riversarono fuori e furono rimesse insieme in ba- lia del tiro alla fune gravitazionale dei buchi neri, finché non furono creati i nodi aggrovigliati irregolari che vediamo qui. I due buchi neri supermassicci, uno che misura 154 milioni di masse solari G emini South, metà dell’Osserva- torio Internazionale Gemini ge- stito dal NOIRLab della NSF, cattura il risultato, risalente a miliardi di anni fa, di una collisione di galassie a doppia spirale. Al centro di questa caotica interazione, intrecciati e in- trappolati nel mezzo del caos, ci so- no due buchi neri supermassicci, la coppia più vicina alla Terra. [Interna- tional Gemini Observatory/NOIRLab/ NSF/AURA. Acknowledgment: PI: C. Onken (Australian National Univer- sity). Image processing: T.A. Rector (University of Alaska Anchorage/ NSF’s NOIRLab), J. Miller (Internatio- nal Gemini Observatory/NSF’s NOIR- Lab), M. Rodriguez (International Gemini Observatory/NSF’s NOIRLab), M. Zamani (NSF’s NOIRLab)] !
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