l'Astrofilo gennaio-febbraio 2024

25 GENNAIO-FEBBRAIO 2024 ASTRO PUBLISHING R appresentazione di dieci noti hot Jupiters, con dimensioni in scala tra loro. HAT-P- 12 b, il più piccolo di essi, ha all’incirca le dimensioni di Giove, mentre WASP-17 b, il pianeta più grande del campione, è quasi il doppio di Giove. I pianeti sono anche raffigurati con una varietà di diverse proprietà delle nubi. [ESA/Hubble & NASA] kole Lewis della Cornell University, che guida il programma Webb Gua- ranteed Time Observation (GTO) pro- gettato per aiutare a costruire una visione tridimensionale dell’atmo- sfera di un hot Jupiter. “Sappiamo che c’è silice solo dai dati MIRI di Webb, ma avevamo bisogno delle osservazioni nel visibile e nel vicino infrarosso di Hubble per capire quan- to sono grandi i cristalli.” A differenza delle particelle minerali trovate nelle nubi sulla Terra, i cri- stalli di quarzo rilevati nelle nubi di WASP-17 b non vengono spazzati via da una superficie rocciosa; han- no invece origine nell’atmosfera stes- sa. “WASP-17 b è estremamente cal- do, circa 1500 gradi Celsius, e la pres- sione alla quale si formano i cristal- li di quarzo in alto nell’atmosfera è solo circa un millesimo di quella che sperimentiamo sulla superficie terre- stre” , ha spiegato Grant. “In queste condizioni, i cristalli solidi possono formarsi direttamente dal gas, senza passare prima attraverso una fase li- quida.” Capire di che cosa sono fatte le nubi è fondamentale per comprendere il pianeta nel suo insieme. Gli hot Ju- piter come WASP-17 b sono costituiti principalmente da idrogeno ed elio, con piccole quantità di altri gas co- me vapore acqueo (H 2 O) e anidride carbonica (CO 2 ). “Se consideriamo solo l’ossigeno presente in questi gas e trascuriamo di includere tutto l’os- sigeno racchiuso in minerali come il quarzo (SiO 2 ), sottostimeremo signi- ficativamente l’abbondanza totale” , ha spiegato Wakeford. “Questi bel- lissimi cristalli di silice ci raccontano l’inventario di diversi materiali e co- me si uniscono per modellare l’am- biente di questo pianeta.” È difficile determinare esattamente quanto quarzo ci sia e quanto siano diffuse le nubi. “Le nubi sono proba- bilmente presenti lungo la transi- zione giorno/notte (il terminatore), che è la regione sondata dalle nostre osservazioni” , ha affermato Grant. Dato che il pianeta è bloccato dalle maree con un lato diurno molto cal- do e un lato notturno più fresco, è probabile che le nubi circolino at- torno al pianeta, ma vaporizzino quando raggiungono il lato diurno più caldo. “I venti potrebbero spo- stare queste minuscole particelle ve- trose a migliaia di miglia all’ora.” ASTROFILO l’ !

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