l'Astrofilo gennaio-febbraio 2023

9 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 ASTRO PUBLISHING tuare, girare attorno ai lega- mi, piegarsi e dispiegarsi in di- verse geometrie sulla strada verso la sua geometria prefe- rita, oscillare e ondeggiare per modificare la forma della sua “sacca” di legame molecolare e consentire consegna e rimo- zione di qualunque molecola venga modificata, che potreb- be galleggiare nella matrice intracellulare. Le informazioni immagazzinate nel DNA sono accessibili solo perché possono essere srotolate, lette, riparate e ricombinate nell’ambiente chimico fluido all’interno della cellula piena d’acqua. L’acqua liquida, per il fatto che non è congelata in un reticolo cristal- lino di ghiaccio, fornisce anche il mezzo all’interno del quale tutte queste piccole molecole biologicamente rilevanti pos- sono trovarsi in stretta vici- nanza e combinarsi per forma- re molecole più grandi e biolo- gicamente rilevanti. Questo è il mo- tivo per cui le diverse recenti scoperte di sacche salate sotterranee di acqua liquida su Marte sono particolarmen- te entusiasmanti per gli astrobiologi: la semplice esistenza in forma liqui- da significa che possono verifi- carsi processi chimici altrimenti impossibili nel ghiaccio solido, sebbene il contenuto di sale e le temperature ancora estre- mamente fredde influiscano in modo significativo sulla velo- cità e sulla direzione di tali re- azioni. Il libro che descrive tutto ciò che sappiamo attualmente sul- la chimica della vita e sulla tran- sizione dalle molecole sempli- ci agli organismi più semplici è sminuito dai molti volumi che potrebbero essere scritti su quelle cose che attualmente non sappiamo su quella stessa transizione. Può succedere che i libri che descrivono le cose che “non sappiamo di non sapere” alla fine sia- no ancora più voluminosi. Dopo tutto ciò che è stato detto sul- la chimica della vita sulla Terra, tor- niamo alla questione delle semplici I l tubo campione numero 266 è stato utilizzato per raccogliere il primo campione di roccia marziana dal rover Perseverance. Il numero di serie inciso al laser aiuta il team scientifico a identificare i tubi e il loro contenuto. [NASA/JPL-Caltech] ASTROFILO l’ A sinistra, la provetta di titanio sigillata che contiene il primo campione di roccia mar- ziana di Perseverance. L’immagine è stata catturata dalla Sampling and Caching Sys- tem Camera del rover, nota come CacheCam. A destra, il primo campione di roccia marzia- na di Perseverance è visto all’interno del suo tubo contenitore in titanio, in quest’altra im- magine ripresa dalla CacheCam. [NASA/JPL-Caltech] molecole organiche sulla su- perficie di un pianeta antico, ghiacciato e arido, non pro- tetto per miliardi di anni dalla radiazione solare di tutte le lunghezze d’onda. I campioni di Wildcat Ridge sono unici fra tutti i precedenti ritrovamenti su Marte, a causa dell’elevata concentrazione di sostanze organiche rilevate dall’apparato SHERLOC (Scan- ning Habitable Environments with Raman & Luminescence for Organics & Chemicals) a bordo di Percy. Come la sco- perta della “galassia più di- stante mai esistita” o “il numero primo più grande mai scoperto”, at- tendiamo l’arrivo di Percy in una nuova posizione nel delta di Jezero, dove tali concentrazioni di molecole organiche potrebbero essere ancora

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