l'Astrofilo gennaio-febbraio 2023

46 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ Stati Uniti, osservano ripetutamente il cielo alla ricerca di segni di eventi di breve durata, spesso estremi, che pos- sono essere successivamente studiati in modo molto più dettagliato da te- lescopi come il VLT dell’ESO in Cile. “Abbiamo sviluppato un sistema open-source per l’analisi dei dati per archiviare ed estrarre informazioni importanti dalla survey ZTF e avvisar- ci in tempo reale quando si presenta un evento atipico” , spiega Igor An- dreoni, astronomo dell’Università del Maryland, negli Stati Uniti, che ha co- diretto l’articolo pubblicato su Nature insieme a Michael Coughlin, dell’Uni- versità del Minnesota. Nel febbraio di quest’anno lo ZTF ha rilevato una nuova sorgente di luce visibile. L’evento, chiamato AT2022- cmc, ricordava un lampo di raggi gamma, la più potente fonte di luce nell’universo. La prospettiva di assi- stere a questo raro fenomeno ha spinto gli astronomi ad attivare di- versi telescopi in tutto il mondo per osservare la sorgente sconosciuta in modo più dettagliato. Tra questi, il VLT dell’ESO, che ha rapidamente os- servato questo nuovo evento con lo strumento X-shooter. I dati del VLT hanno collocato la sorgente a una di- stanza senza precedenti per questi eventi: la luce prodotta da AT2022- cmc ha iniziato il suo viaggio quando l’universo aveva circa un terzo della sua età attuale. Un’ampia varietà di luce, dai raggi gamma ad alta ener- gia alle onde radio, è stata raccolta da 21 telescopi in tutto il mondo. L’equipe ha confrontato questi dati con diversi tipi di eventi noti, dal col- lasso delle stelle alle kilonovae. Ma l’unico scenario che corrispondeva ai dati era un raro TDE con getto che puntava verso di noi. Giorgos Lelou- by ESO - Anna Wolter Il buco nero più lontano che inghiotte una stella L e stelle che si avvicinano troppo a un buco nero vengono fatte a pezzi dalle incredibili forze mareali del buco nero stesso, produ- cendo quello che viene chiamato e- vento di distruzione mareale o TDE (dall’inglese Tidal Disruption Event). Circa l’1% di questi eventi provoca l’espulsione di getti di plasma e radia- zioni dai poli del buco nero in rota- zione. Nel 1971, il pioniere dello stu- dio dei buchi neri JohnWheeler intro- dusse il concetto di TDE con il getto (jetted-TDE) paragonandolo a “un tu- betto di dentifricio afferrato al cen- tro”, così che il sistema “spruzzasse materia da entrambe le estremità”. “Abbiamo visto finora solo una man- ciata di questi TDE con getto, e riman- gono eventi molto esotici e poco co- nosciuti” , afferma Nial Tanvir, del- l’Università di Leicester, nel Regno Unito, che ha guidato le osservazioni per determinare la distanza dell’og- getto con il VLT. Gli astronomi sono quindi costantemente alla ricerca di questi eventi estremi per capire come vengono effettivamente creati i getti e perché una frazione così piccola di TDE li produca. Nell’ambito di que- sta ricerca, molti telescopi, incluso lo Zwicky Transient Facility (ZTF) negli R appresentazione artistica che illustra come potrebbe apparire l’incontro ravvici- nato di una stella con un buco nero, quando la stella viene schiacciata dall’in- tensa attrazione gravitazionale del buco nero. Parte del materiale della stella viene attratto e si avvicina orbitando intorno al buco nero, formando il disco di materia che si vede nell’immagine. In rari casi, come questo, getti di materia e radiazione vengono espulsi dai poli del buco nero. Nel caso dell’evento AT2022cmc, l’evidenza della presenza di getti è stata rilevata da vari telescopi, tra cui il VLT che ha determi- nato che questo era l’evento più distante mai osservato finora. [ESO/M.Kornmesser]

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