l'Astrofilo gennaio-febbraio 2023

21 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 dischi calmi e ordinati mettono in dubbio la nostra comprensione di co- me le prime galassie si formarono nell’affollato e caotico universo pri- mordiale” . Una così straordinaria sco- perta di dischi compatti in tempi così remoti è stata possibile solo grazie alle immagini molto più nitide di Webb, in luce infrarossa, rispetto a quelle di Hubble. “Queste galassie sono molto diver- se dalla Via Lattea o da altre grandi galassie che vediamo intorno a noi oggi” , ha detto Treu. Illingworth ha sottolineato che le due galassie lumi- nose trovate da questi team irradia- no molta luce, forse perché molto massicce, con molte stelle di piccola massa, come le galassie successive. In alternativa, potrebbero essere molto meno massicce, costituite da molte meno stelle straordinariamente lumi- nose, note come stelle di Popolazione III. A lungo teorizzate, sarebbero le prime stelle nate, ardenti a tempera- ture roventi e costituite solo da idro- geno ed elio primordiali, prima che altre stelle potessero in seguito “cuo- cere” elementi più pesanti nelle loro fornaci a fusione nucleare. Nell’uni- verso locale non si vedono stelle così calde e primordiali. “In effetti, la sor- gente più lontana è molto compatta, e i suoi colori sembrano indicare che la sua popolazione stellare è parti- colarmente priva di elementi pesanti e potrebbe contenere anche alcune stelle di Popolazione III. Solo gli spet- tri di Webb lo diranno”, ha aggiunto Adriano Fontana, altro autore dello studio di Castellano e un membro del team GLASS–JWST. Le attuali stime della distanza di queste due galassie fatte da Webb si basano sulla misurazione dei loro colori infrarossi. Col tempo, le misu- razioni spettroscopiche di follow–up che mostrano come la luce è stata al- lungata nell’universo in espansione forniranno una verifica indipenden- te di queste misurazioni del “metro cosmico”. NASA, ESA, CSA, Tommaso Treu (UCLA) − Zolt G. Levay (STScI) Le osservazioni di Webb spingono gli astronomi verso un consenso sul fat- to che un numero insolito di galassie nell’universo primordiale fossero mol- to più luminose del previsto. Ciò ren- derà più facile per Webb trovare an- cora più galassie precoci nelle succes- sive indagini del cielo profondo, af- fermano i ricercatori. “Abbiamo acchiappato qualcosa di incredibilmente affascinante. Queste galassie hanno iniziato a riunirsi forse solo 100 milioni di anni dopo il Big Bang. Nessuno si aspettava che i secoli bui sarebbero finiti così presto” , ha detto Garth Illingworth dell’Univer- sità della California, a Santa Cruz, membro del team Naidu/Oesch. “L’u- niverso primordiale avrebbe avuto solo un centesimo della sua età at- tuale; è un frammento di tempo in un cosmo in evoluzione da 13,8 miliardi di anni” . Erica Nelson, dell’Università del Colorado, a Boulder, membro del team Naidu/Oesch, ha osservato che “il nostro team è stato impressiona- to dall’essere in grado di misurare le forme di queste prime galassie; i loro milioni di anni dopo il Big Bang. Il pre- cedente detentore del record era la galassia GN–z11, che esisteva 400 mi- lioni di anni dopo il Big Bang (redshift 11.1) ed era stata identificata nel 2016 da Hubble e dall’Osservatorio Keck in studi di cielo profondo. “Sulla base di tutte le previsioni, avevamo pensato di dover cercare in un volume di spa- zio molto più grande per trovare tali galassie” , ha detto Castellano. “Que- ste osservazioni ti fanno esplodere la testa; è un capitolo completamente nuovo dell’astronomia, è come uno scavo archeologico dove all’improv- viso trovi una città perduta o qualco- sa che non conoscevi, è semplicemen- te sbalorditivo ”, ha aggiunto Paola Santini, coautrice della pubblicazione di Castellano. “Mentre le distanze di queste prime sorgenti devono ancora essere confermate con la spettrosco- pia, le loro luminosità estreme sono un vero enigma, sfidando la nostra comprensione della formazione delle galassie” , ha osservato Pascal Oesch dell’Università di Ginevra, secondo autore dello studio di Naidu. ASTROFILO l’ !

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