l'Astrofilo gennaio-febbraio 2023

10 GENNAIO-FEBBRAIO 2023 ASTRO PUBLISHING Q uesta coppia di immagini mostra due cilindri di roccia delle dimensioni di un gessetto, all’interno del trapano del rover Perseverance, estratti da uno sperone chiamato Wildcat Ridge, nel cratere Jezero. L’immagine della carota a sinistra, chiamata Hazeltop, è stata scattata dallo strumento Mastcam-Z di Perseverance il 25 luglio 2022, 509° giorno marziano, o sol, della missione. L’immagine della carota a destra, chiamata Bearwallow, è stata scattata il 2 agosto 2022, 516° sol. Ogni carota ha un diametro di circa 13 millimetri e una lunghezza di 60 millimetri. Sono state estratte da un antico delta nel cra- tere Jezero, un’area a forma di ventaglio dove, miliardi di anni fa, un fiume scorreva in un lago e depositava rocce e sedi- menti. Gli scienziati interpretano queste rocce come sedimentarie a grana fine. Sembra che si siano formate in condizioni di acqua salata, forse mentre l’antico lago stava evaporando. Le carote sono state sigillate in tubi campione ultra puliti e conservati nel Sampling and Caching System Camera di Perseverance, come parte della ricerca di antichi segni di vita mi- crobica. La verifica della vita antica su Marte comporta un enorme onere di prove. [NASA/JPL-Caltech/ASU/MSSS] considerevolmente più elevate. Sfor- tunatamente, l’attrezzatura a bordo del rover non consente la caratteriz- zazione dettagliata dei tipi e della varietà di molecole raccolte sulla su- perficie. Le molecole potrebbero es- sere antichi prodotti di scarto di pro- cessi biologici o detriti molecolari di organismi viventi estinti da tempo. In alternativa, queste sostanze organi- che potrebbero essere le piccole e semplici specie molecolari per le quali il tempo, le radiazioni e la chimica avrebbero potuto alla fine produrre le giuste condizioni affinché si veri- ficassero i primi processi biologica- mente rilevanti, se Marte non fosse passato da adatto alla vita ad arido e inospitale in superficie, oltre tre mi- liardi di anni fa. Queste molecole po- trebbero anche essere state sempli- cemente depositate e concentrate mentre l’antico delta del fiume si prosciugava, durante la transizione del delta del fiume e dello stesso Marte a come lo conosciamo oggi, con le giuste condizioni per la vita o le sue basi chimiche prebiotiche che potrebbero non essere mai state rag- giunte. Il problema con le molecole semplici è che sia i processi biologici sia quel- li non biologici sono ugualmente in grado di produrle: l’esistenza di me- tanolo ed etanolo sia nei nostri corpi che nel freddo vuoto delle nubi inter- stellari è certamente una prova di questo punto. Senza invocare un po- tere superiore, una semina aliena iperdimensionale o uno scenario di viaggio nel tempo piuttosto com- plesso, si può affermare con altissi- ma sicurezza che la chimica della vita non è iniziata con le proteine e il DNA, ma che le molecole più grandi e complesse sono una delle pietre mi- liari fondamentali sulla strada verso la vita come la conosciamo. Al nostro attuale livello di compren- sione, semplicemente non sappiamo se le molecole organiche che abbia- mo rilevato possono essere state l’e- ventuale causa della vita su Marte, i prodotti dei processi vitali su Marte o se non hanno alcuna rilevanza per la vita. Questo è certamente uno dei motivi principali per cui gli astrobio- logi sono desiderosi di missioni di ri- torno di campioni da Marte, che ci consentano di sottoporre ogni mole- ASTROFILO l’

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