l'Astrofilo gennaio-febbraio 2022

23 GENNAIO-FEBBRAIO 2022 ASTRO PUBLISHING C onfronto del tempo di con- trazione atteso e osservato per i pia- neti nel sistema V1298 Tau. [Gabriel Pérez Díaz, SMM] stati pubblicati sulla rivista Nature Astro- nomy . Lo studio, con- dotto dal ricercatore IAC Alejandro Suá- rez Mascareño, ri- porta la misurazione delle masse di due pianeti giganti che orbitano attorno al- la giovane stella di tipo solare V1298 Tau. Sono stati scoperti nel 2019 da un team guidato da Trevor David (JPL), utilizzando i dati del telescopio spaziale Kepler della NASA, che ha permesso la misurazione delle loro dimensioni, leggermente più piccole di Giove, e dei loro periodi orbitali, 24 e 40 giorni per V1298 Tau b ed e, rispettivamente. “La caratterizzazio- ne di pianeti molto giovani è straor- dinariamente difficile” , afferma Ale- jandro Suárez Mascareño, primo au- tore della pubblicazione. “Le stelle madri hanno livelli di attività molto alti e fino a poco tempo fa era im- pensabile anche solo provarci.” E ag- giunge: “Solo grazie alla combina- zione di rilevamenti effettuati con telescopi spaziali, con intense cam- pagne di misure di velocità radiale fatte da osservatori terrestri e l’uti- lizzo delle più avanzate tecniche di analisi è stato possibile iniziare a ve- dere cosa sta accadendo nelle prime fasi evolutive dei sistemi planetari” . Infatti, per le nuove misurazioni del- le masse planetarie, era necessario separare i segnali generati da questi pianeti dal segnale generato dall’at- tività della stella, quasi dieci volte più grande. Lo studio mostra che le masse e i raggi dei pianeti V1298 Tau essere stata molto diversa da quello che pensiamo” , commenta Nicolas Lodieu, ricercatore presso l’IAC e anche coautore della ricerca. I risul- tati di questo lavoro aiutano quindi a costruire un’idea più solida della prima evoluzione di sistemi plane- tari come il nostro. Per ottenere la misurazione di queste masse, lo stu- dio ha richiesto uno sforzo osserva- tivo significativo e la collaborazione di più osservatori e istituzioni di di- versi Paesi. È stato necessario com- binare le misurazioni della velocità radiale prese da vari strumenti, co- me lo spettrografo ultrastabile ad alta risoluzione HARPS-N, installato presso il Telescopio Nazionale Gali- leo (TNG) dell’Osservatorio Roque de los Muchachos, lo spettrografo ad alta risoluzione CARMENES, in- stallato presso l’osservatorio di Calar Alto, lo spettrografo HERMES, instal- lato sul telescopio Mercator, sempre all’ORM e lo spettrografo SES, instal- lato nel telescopio STELLA all’Osser- vatorio del Teide. Le osservazioni prese dall’Osservatorio Las Cumbres, una rete di telescopi dislocati in tut- to il mondo, sono state utilizzate per monitorare continuamente le varia- zioni dell’attività della stella. b e c sono sorprendentemente simili a quelli dei pianeti giganti del si- stema solare o di altri vecchi sistemi extrasolari. Queste misurazioni, che sono le prime ottenute su pianeti gi- ganti così giovani, ci permettono di testare le idee attuali sulla forma- zione dei sistemi planetari. “Per molti anni, i modelli teorici han- no indicato che i pianeti giganti ini- ziano la loro evoluzione come corpi di dimensioni maggiori, e in seguito si contraggono per centinaia di mi- lioni o addirittura miliardi di anni” , spiega Víctor J. Sánchez Béjar, ricer- catore presso l’IAC e coautore della ricerca. “Ora sappiamo che possono effettivamente raggiungere una di- mensione simile a quella dei pianeti del sistema solare in un tempo molto breve” , osserva. Lo studio dei giovani sistemi fornisce ai ricercatori indizi su cosa è successo durante l’infanzia del nostro sistema solare. “Ancora non sappiamo se il sistema di V1298 Tau sia un caso normale e la sua evolu- zione sia simile a quella della mag- gior parte dei pianeti o se siamo di fronte a un caso eccezionale; se que- sto fosse lo scenario normale, signi- ficherebbe che l’evoluzione di pia- neti come Giove e Saturno potrebbe ASTROFILO l’ !

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