l'Astrofilo gennaio-febbraio 2022

17 GENNAIO-FEBBRAIO 2022 ASTRO PUBLISHING per cani dell’asteroide e il suo vo- lume, trovando che uno dei lobi è più grande dell’altro, e hanno deter- minato che la lunghezza dell’aste- roide è di circa 270 chilometri, equivalenti a circa la metà della lun- ghezza del Canale della Manica. In un secondo studio, anch’esso pub- blicato su Astronomy & Astrophysics e condotto da Miroslav Brož della Università Carlo di Praga, Repubblica Ceca, il gruppo ha descritto l’uso del- le osservazioni di SPHERE per trovare le orbite corrette delle due lune di Kleopatra. Studi precedenti avevano stimato le orbite, ma le nuove osser- vazioni con il VLT dell’ESO hanno mostrato che le lune non si trova- vano dove i vecchi dati avevano pre- visto che fossero. “Questa incongruenza doveva essere risolta” , racconta Brož. “perché se le orbite delle lune erano sbagliate, tutto era sbagliato, inclusa la massa di Kleopatra.” Grazie alle nuove os- servazioni e alla modellazione sofi- sticata, il gruppo è riuscito a descri- vere con precisione come la gravità di Kleopatra influenzi i moti delle lune e a determinare le complesse or- bite di AlexHelios e CleoSelene. Han- no potuto quindi calcolare la massa dell’asteroide, trovandola inferiore del 35% rispetto alle stime prece- denti. Combinando le nuove stime di volume e massa, gli astronomi hanno quindi calcolato un nuovo valore di densità dell’asteroide, che, pari a meno della metà della densità del ferro, si è rivelata inferiore a quanto si pensasse in precedenza. La bassa densità di Kleopatra, che si ritiene abbia una composizione metallica, suggerisce che la sua struttura sia po- rosa e possa essere poco più di un “cumulo di pietrisco”. Ciò significa che probabilmente si è formato da materiale riaccumulatosi a seguito di un impatto gigantesco. La struttura a cumulo di pietrisco di Kleopatra e il modo in cui ruota for- niscono anche indicazioni su come ASTROFILO l’ Q uesta immagine, basata su osservazioni scattate nel luglio 2017, mostra le due lune dell’asteroide Kleopatra (l’oggetto bianco centrale), AlexHelios e CleoSe- lene, che appaiono come due chiazze bianche negli angoli in alto a destra e in basso a sinistra. Le lune di Kleopatra sono difficili da vedere nelle immagini grezze scattate con lo strumento SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch), installato sul VLT dell’ESO, a causa del bagliore intorno all’asteroide, ine- rente a questo tipo di osservazioni con ottica adattiva. Per ottenere questa veduta, le immagini di Kleopatra sono state elaborate per rimuovere il bagliore e rivelare così le lune. [ESO/Vernazza, Marchis et al./MISTRAL algorithm (ONERA/CNRS)] ! potrebbero essersi formate le due lune. L’asteroide ruota quasi alla ve- locità critica, la velocità al di sopra della quale inizierebbe a sfaldarsi, e anche piccoli impatti potrebbero ri- muovere dei sassi dalla superficie. Marchis e il suo gruppo credono che quei sassi possano aver formato A- lexHelios e CleoSelene, il che signi- fica che Kleopatra potrebbe davve- ro aver dato vita alle proprie lune. Le nuove immagini di Kleopatra e le intuizioni che forniscono sono pos- sibili solo grazie a uno dei sistemi avanzati di ottica adattiva in uso sul VLT dell’ESO, che si trova nel deser- to di Atacama in Cile. L’ottica adat- tiva aiuta a correggere le distorsioni causate dall’atmosfera terrestre che fanno apparire sfocati gli oggetti, lo stesso effetto che fa scintillare le stelle viste dalla Terra. Grazie a tali correzioni, SPHERE è stato in grado di visualizzare Kleopatra (che si tro- va a 200 milioni di chilometri dalla Terra nel punto più vicino dell’or- bita), anche se la sua dimensione apparente nel cielo è equivalente a quella di una pallina da golf a circa 40 chilometri di distanza. Il futuro ELT (Extremely Large Telescope) del- l’ESO, con i suoi avanzati sistemi di ottica adattiva, sarà l’ideale per pro- durre immagini di asteroidi distanti come Kleopatra. “Non vedo l’ora di puntare l’ELT verso Kleopatra, per vedere se ci sono altre lune e perfe- zionare le loro orbite per rilevare cambiamenti anche piccoli” , ha con- cluso Marchis.

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