l'Astrofilo gennaio-febbraio 2020

GENNAIO-FEBBRAIO 2020 ! N uove osservazioni con lo strumento SPHERE dell’ESO, installato sul VLT (Very Large Telescope) hanno rivelato che su Igea non c’è il grande cratere da impatto che gli scienziati si aspettavano di vedere sulla superficie. Poiché si sarebbe formato a seguito di uno dei più imponenti impatti nella storia della fascia principale degli asteroidi, gli scienziati si aspettavano di trovare almeno un grande bacino di impatto, simile a quello che si vede su Vesta (in basso a destra nel pannello centrale). Il nuovo stu- dio ha anche trovato che Igea è un corpo sferico, cosa che potrebbe rubare a Cerere la corona di pianeta nano più piccolo del si- stema solare. L’equipe ha usato le osservazioni di SPHERE per stimare le dimensioni di Igea, ponendo il suo diametro a poco più di 430 km, mentre Cerere raggiunge circa i 950 km. [ESO/P. Vernazza et al., L. Jorda et al./MISTRAL algorithm (ONERA/CNRS)] ziato nel lavoro pubblicato oggi su Nature Astronomy . Igea è il membro principale di una delle più grandi fa- miglie di asteroidi, con quasi 7000 membri, tutti originati dallo stesso corpo. Gli astronomi si aspettavano che l’evento che portò alla forma- zione di questa numerosa famiglia avesse lasciato un segno ampio e profondo su Igea. “Questo risultato è stato una vera sorpresa, dal momento che ci aspet- tavamo la presenza di un grande bacino da impatto, come nel caso di Vesta” , ha dichiarato Vernazza. Sebbene gli astronomi abbiano osservato più del 95% della superficie di Igea, sono stati in grado di identificare senza ambiguità solo due crateri. “Nessuno di questi due crateri avrebbe potuto essere causato dall’impatto che ha originato la fa- miglia di asteroidi di Igea, il cui volume è pa- ragonabile a quello di un oggetto delle di- mensioni di 100 km. Sono troppo piccoli” , spiega il coautore del- lo studio Miroslav Brož dell’Istituto Astronomico dell’Università Carolina di Praga, Repubblica Ceca. L’equipe ha deciso di indagare ulte- riormente. Usando simulazioni nu- meriche, hanno dedotto che la for- ma sferica di Igea e la grande fami- glia di asteroidi sono probabilmente il risultato di una collisione frontale con un grande proiettile di diametro tra 75 e 150 km. Le simulazioni mo- strano che questo impatto violento, che si pensa sia avvenuto circa 2 mi- liardi di anni fa, ha completamente distrutto il corpo originario. Una volta riassemblati i pezzi rima- sti, Igea assume la sua forma tonda, mentre si generano migliaia di aste- roidi compagni. “Una tale collisione tra due grandi corpi nella cintura degli asteroidi è unica negli ultimi 3-4 miliardi di anni” , afferma Pavel Ševe č ek, uno studente di dottorato presso l’Istituto Astronomico del- l’Università Carolina, che ha partecipato alla ricerca. Lo studio dettagliato degli asteroidi è stato possibile grazie non solo ai progressi nel calcolo numerico, ma anche a telescopi più potenti. “Grazie al VLT e allo strumento di ot- tica adattiva di nuova generazione SPHERE, stiamo ora producen- do mappe degli aste- roidi della cintura principale con una ri- soluzione senza prece- denti, colmando il di- vario tra osservazioni da terra e missioni in- terplanetarie” , ha con- cluso Vernazza. ASTROFILO l’ S imulazione numerica realizzata al computer della frammentazione e ricostruzione che ha portato alla formazione di Igea e della sua famiglia di asteroidi, a seguito dell’impatto con un grande oggetto. Anche se si vedono dei cambiamenti nella forma di Igea dopo l’im- patto, il candidato pianeta nano assume alla fine una forma tonda. [P. Ševeček/Charles University]

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