l'Astrofilo gennaio-febbraio 2020

34 GENNAIO-FEBBRAIO 2020 CRONACHE SPAZIALI Q uesta animazione mostra la si- mulazione al computer di come il gas fluisce nel disco come risul- tato di tre pianeti in formazione. [ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), J. Bae; NRAO/AUI/NSF, S. Dagnello] unici e, molto probabilmente, solo i pianeti possono causarli” , ha affer- mato il coautore Jaehan Bae, della Carnegie Institution for Science, che ha testato questa teoria con una si- mulazione del disco al computer. La posizione dei tre pianeti previsti in questo studio corrisponde ai risul- tati dell’anno scorso. Le loro posizio- ni sono probabilmente a 87, 140 e 237 unità astronomiche dalla stella. Il pianeta più vicino a HD 163296 è stimato avere la metà della massa di Giove, il pianeta di mezzo è massiccio come Giove, il pianeta più lontano è due volte più massiccio di Giove. I flussi di gas dalla superficie verso il piano mediano del disco protopla- netario sono stati previsti dalla fine degli anni novanta, ma questa è la prima volta che gli astronomi li os- servano. Oltre ad essere utili per rilevare pia- neti neonati, questi flussi possono anche migliorare la nostra compren- sione di come i pianeti giganti gas- sosi ottengano le loro atmosfere. “I pianeti si formano nello strato in- termedio del disco, il cosiddetto mid- plane. Questo è un luogo freddo, protetto dalle radiazioni della stel- la” , ha spiegato Teague. “Pensiamo che i vuoti causati dai pianeti por- tino gas più caldo dagli strati esterni più chimicamente attivi del disco, e che questo gas formerà l’atmosfera del pianeta.” Teague e il suo team non si aspetta- vano che sarebbero stati in grado di vedere il fenomeno. “Il disco attor- no a HD 163296 è il disco più lumi- noso e più grande che possiamo ve- dere con ALMA” , ha affermato Tea- gue. “Ma è stata una grande sorpre- sa vedere i flussi di gas così chiara- mente. I dischi sembrano essere mol- to più dinamici di quanto pensas- simo.“ “Questo ci offre un quadro molto più completo della formazione dei pianeti di quanto avessimo mai im- maginato” , ha affermato il coautore Ted Bergin, dell’Università del Michi- gan. “Caratterizzando questi flussi, possiamo determinare come nasco- no pianeti come Giove e caratteriz- zare la loro composizione chimica alla nascita. Potremmo essere in grado di usarli per tracciare la posi- zione di nascita di quei pianeti, poi- ché possono muoversi durante la formazione.” ! ASTROFILO l’

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=