l'Astrofilo gennaio-febbraio 2020

18 GENNAIO-FEBBRAIO 2020 CRONACHE SPAZIALI soffiando via l’atmosfera del pianeta. La maggior parte del gas sfugge via, ma una parte viene trascinata in un disco che vortica verso la stella a un tasso di 3000 tonnellate al secondo. È questo disco che rende visibile il pianeta simile a Nettuno, che altrimenti rimarrebbe nascosto. “Questa è la prima volta in cui possiamo misurare la quantità di gas come ossigeno e zolfo nel disco, che fornisce così indizi sulla composizione delle atmo- sfere degli esopianeti” , afferma Odette Toloza dell’Università di War- wick, che ha sviluppato un modello per il disco di gas che circonda la na- na bianca. “La scoperta apre anche una nuova finestra sul destino finale dei sistemi planetari” , aggiunge Gänsicke. Le stelle come il nostro Sole bruciano idrogeno nel nucleo per la maggior parte della loro vita. Una volta esau- rito questo carburante, si gonfiano in giganti rosse, diventando centi- naia di volte più grandi e inghiot- tendo i pianeti vicini. Nel caso del sistema solare, questi saranno Mer- curio, Venere e per- sino la Terra, che saranno consumati dal Sole gigante- rossa tra circa 5 mi- liardi di anni. Alla fine, le stelle simili al Sole perdono i loro strati esterni, lasciando solo un nucleo spento, una nana bianca. Tali resti stellari pos- sono ancora ospi- tare pianeti e si ritiene che molti di questi sistemi stel- lari esistano nella nostra galassia. Tuttavia, fino ad ora, gli scienziati non avevano mai Q uesta animazione mostra la nana bianca WDJ0914 +1914 e il suo esopianeta simile a Nettuno. Poiché il gigante ghiacciato orbita la rovente nana bianca a distanza ravvicinata, l’estrema radiazione ultravioletta della stella strappa via l’atmosfera del pianeta. Mentre la maggior parte di questo gas strappato fugge via, formando una co- meta, una parte di esso finisce in un disco rotante che entra in contatto con la nana bianca. [ESO/M. Kornmesser] A nimazione che mostra come il Sole di- venterà una gigante rossa. [ESA/Hubble (M. Kornmesser & L. L. Christensen)] profondi di pianeti ghiacciati gi- ganti come Nettuno e Urano. Se un tale pianeta fosse in orbita intorno a una nana bianca calda, l’estrema radiazione ultravioletta della stella ne eliminerebbe gli strati esterni e parte di questo gas strappato an- drebbe a formare un disco, che a sua volta si accumulerebbe sulla na- na bianca. Questo è ciò che gli scien- ziati pensano di vedere intorno a WDJ0914+1914: il primo pianeta in evaporazione in orbita attorno a una nana bianca. Combinando i dati osservativi con modelli teorici, l’equipe di astronomi del Regno Unito, del Cile e della Ger- mania è stato in grado di proporre un’immagine più chiara di questo si- stema unico. La nana bianca è pic- cola e, con una temperatura torrida di 28000 gradi Celsius (cinque volte la temperatura fotosferica del Sole), estremamente calda. Al contrario, il pianeta è ghiacciato e grande al- meno il doppio della stella. Poiché orbita intorno alla nana bianca calda a distanza ravvicinata, aggirandola in soli 10 giorni, i fotoni di alta ener- gia della stella stanno gradualmente ! trovato prove della presenza di un pianeta gigante sopravvissuto in- torno a una nana bianca. L’esopia- neta in orbita intorno a WDJ0914 +1914, a circa 1500 anni luce di di- stanza da noi, nella costellazione del Cancro, potrebbe essere il primo di molti in orbita intorno a questo tipo di stelle. Secondo i ricercatori, l’esopianeta scoperto grazie a X-shooter dell’ESO orbita intorno alla nana bianca a una distanza di soli 10 milioni di chi- lometri, o 15 volte il raggio solare, che risulterebbe ben all’interno della gigante rossa. La posizione insolita del pianeta implica che ad un certo punto dopo che la stella ospite è di- ventata una nana bianca, il pianeta si è avvicinato a essa. Gli astronomi ritengono che questa nuova orbita potrebbe essere il risultato di intera- zioni gravitazionali con altri pianeti nel sistema, il che significa che più di un pianeta potrebbe essere soprav- vissuto alla transizione violenta della sua stella ospite. “Fino a poco tempo fa, pochissimi astronomi si sono fermati a medi- tare sul destino dei pianeti in orbita attorno alle stelle morenti. Questa scoperta di un pianeta in orbita vi- cina intorno a un nucleo stellare di- mostra con forza che l’universo an- cora una volta sfida le nostre menti ad andare oltre le nostre idee pre- concette,” conclude Gänsicke. ASTROFILO l’

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