l'Astrofilo gennaio-febbraio 2020

14 GENNAIO-FEBBRAIO 2020 STORIA a questa complessa operazione, Tombaugh riesaminò veloce- mente le lastre prese nell’ul- timo anno e nelle quali poteva essere presente il pianeta. Lam- pland non riuscì quel giorno a calcolare un’orbita soddisfa- cente, ma previde l’esatta posi- zione in cui il pianeta si sarebbe trovato nella notte fra il 19 e il 20 febbraio. Alle ore 11 di sera del 19, sfidando condizioni at- mosferiche non ottimali, Tom- baugh iniziò a esporre una nuo- va lastra. Dopo averla svilup- pata e messa nel blink, vide il pianeta esattamente nella posi- zione prevista. Lampland sug- gerì di fare una copia a contatto su pellicola del campo stellare centrato sul pianeta, al fine di avere una mappa maneggevole per un confronto visuale di- retto. La sera del 20 febbraio, le condizioni atmosferiche era- no favorevoli, e pertanto Lam- pland e Tombaugh, assieme a Vasto Slipher, puntarono sul pianeta il rifrattore di 24”, strumento simbolo dell’osservatorio. I loro furono i primi occhi a osservare consape- volmente il Pianeta X. La comprensibile emozione iniziale si trasformò presto in de- lusione quando il team si rese conto che nemmeno ai più alti ingrandimenti di quel potente rifrattore era possibile distinguere ASTROFILO l’ un accenno di disco planetario. L’aspetto ri- maneva stellare e ciò significava che il nuovo pianeta non era poco luminoso a causa di un’albedo molto bassa, come ini- zialmente supposto, bensì perché era molto piccolo. Di conseguenza, la sua massa non era sufficiente a spiegare i residui delle per- turbazioni osservate nel moto di Urano. Il pianeta appena scoperto non poteva per- C lyde Tom- baugh negli anni ‘50, quando lavorava al White Sands Missile Range, nel New Mexico. [Bett- mann/Getty] A sinistra, la di- mostrazione di come è cambiata la nostra visione di Plutone dalla scoperta a oggi.

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