l'Astrofilo gennaio-febbraio 2019
GENNAIO-FEBBRAIO 2019 ASTROFILO l’ Il veloce moto proprio e la relativa vicinanza di quella stella hanno reso ancor più celebre Barnard, il cui nome fu da allora indissolubil- mente legato a quell’astro. Oggi sappiamo che la Stella di Barnard è una tipica nana rossa, sensibilmente più vecchia del Sole e quindi più tranquilla delle giovani nane rosse sulla cui superficie si verificano non di rado brillamenti particolarmente in- tensi. L’ultimo di questi eventi sulla Stella di Barnard si verificò una ventina di anni fa e raddoppiò la temperatura superficiale. Nei decenni che seguirono la scoperta di Barnard, l’astrometria continuò a essere fon- damentale nel lavoro di molti astronomi, che proseguirono nella misurazione delle posi- zioni della stella sulle lastre fotografiche, al fine di migliorare le stime della parallasse e del moto proprio. Fra quegli astronomi c’era Peter van de Kamp, olandese di nascita e statunitense di adozione, che fu direttore di osserva- tori e professore uni- versitario. Verso la fi- ne degli anni ‘60, van de Kamp divenne piuttosto celebre per aver annunciato la scoperta di un pia- neta in orbita attorno alla Stella di Barnard. Esaminando lastre fotografiche prese fra il 1916 e il 1962, l’astronomo notò delle pic- cole oscillazioni nel moto rettilineo della stella, interpretabili con la presenza di un corpo 1,6 volte più massiccio di Giove, che da una distanza di 4,4 UA tirava la stella verso di sé ruotandole attorno. L’annuncio della scoperta ebbe una risonanza notevole, per- ché all’epoca gli unici pianeti conosciuti era- no quelli del nostro sistema solare, e a dir la verità si sapeva poco anche di quelli. Come consuetudine, altri astronomi si mi- sero al lavoro per verificare la scoperta, e negli anni ‘70 divenne evidente che le ano- malie riscontrate da van de Kamp non erano R appresenta- zione grafica delle distanze rela- tive fra le stelle più vicine e il Sole. La stella di Barnard è il secondo siste- ma stellare più vi- cino al Sole, e la stella singola più vicina alla Terra (dopo il Sole). [IEEC/Science-Wave – Guillem Ramisa] A sinistra, l’eleva- to moto proprio della stella V2500 dell’Ofiuco, o Stel- la di Barnard, dagli anni ‘50 al 2018.
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