l'Astrofilo gennaio-febbraio 2019

14 GENNAIO-FEBBRAIO 2019 CRONACHE SPAZIALI l’orizzonte. Il punto più vicino a un buco nero in cui della materia pos- sa orbitare senza essere irresistibil- mente attratta verso l’interno dal- l’immensa massa è noto come l’or- bita stabile più interna, e da qui hanno origine i brillamenti osservati. “È sconvolgente osservare il mate- riale che orbita intorno a un buco nero massiccio al 30% della velocità della luce” , si meraviglia Oliver Pfuhl, uno scienziato dell’MPE. “La straor- dinaria sensibilità di GRAVITY ci ha permesso di osservare i processi di ac- crescimento in tempo reale, con un dettaglio senza precedenti.” Queste misure sono state possibili solo grazie alla collaborazione inter- nazionale e alla strumentazione al- l’avanguardia utilizzata. Lo strumen- to GRAVITY, che ha reso possibile questo risultato, combina la luce di quattro telescopi del VLT dell’ESO per creare un super-telescopio vir- tuale di 130 metri di diametro ed è già stato utilizzato per sondare la na- tura di Sagittarius A*. All’inizio dell’anno, GRAVITY e SIN- FONI, un altro strumento installato sul VLT, hanno permesso allo stesso gruppo di misurare con precisione il passaggio radente della stella S2 mentre attraversava il campo gravitazionale estremo vicino a Sagit- tarius A*, rivelando per la prima volta gli effetti previsti dalla relatività generale di Einstein in un ambiente così estre- mo. Durante il passag- gio ravvicinato di S2, è stata osservata anche una forte emissione in- frarossa. “Stavamo monitorando S2 da vicino e, natural- mente, tenevamo sem- pre d’occhio Sagittarius A*” , spiega Pfuhl. “Du- rante le nostre osserva- N ell’immagine vediamo la parte centrale del- la nostra Galas- sia, la Via Lattea, come la riprende nel vicino infra- rosso lo stru- mento NACO del VLT (Very Large Telescope) del- l’ESO. Gli astro- nomi, seguendo per 16 anni i mo- ti delle stelle al centro dell’imma- gine, hanno po- tuto determinare la massa del Buco Nero che si na- sconde proprio nel centro galat- tico. [ESO/S. Gil- lessen et al.] zioni, siamo stati abbastanza fortu- nati da notare tre lampi brillanti pro- venienti dal buco nero, una coinci- denza fortunata!” Questa emissione, da elettroni molto energici e molto vicini al buco nero, era visibile come tre brillamenti molto intensi e corri- spondeva esattamente alle previsioni teoriche per i punti caldi (hot spot) in orbita vicino a un buco nero di quattro milioni di masse solari. Si pensa che i brillamenti proven- gano da interazioni magnetiche nel gas caldissimo che orbita intorno a Sagittarius A*. Reinhard Genzel, del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics (MPE) di Garching, in Germania, che ha gui- dato lo studio, ha spie- gato: “È sempre stato uno dei progetti che so- gnavamo di comple- tare, ma non osavamo sperare che sarebbe di- ventato possibile così presto.” Riferendosi al- l’assunzione che Sagit- tarius A* sia un buco nero supermassiccio, Genzel ha concluso che “il risultato è una con- ferma clamorosa del paradigma di buco ne- ro supermassiccio.” ASTROFILO l’ ! Q uesto video inizia con una panoramica della Via Lattea e via via ingrandendo si dirige verso il centro della galassia, per terminare sulla visualizzazione dei dati ottenuti da una simulazione dei moti or- bitali del gas che si muove a circa il 30% della velocità della luce su un’orbita circolare intorno al buco nero supermassiccio Sagittarius A*. [ESO/Gravity Consortium/L. Calçada/N. Risinger (skysurvey.org )]

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