l'Astrofilo gennaio-febbraio 2018

28 GENNAIO-FEBBRAIO 2018 TERRA ASTROFILO l’ R icostruzione artistica del cratere Chicxulub subito dopo l’im- patto, 66 milioni di anni fa. [Detlev Van Ravenswaay/ Science Source] A fianco, la Lift- boat Myrtle è una piattaforma per- forante normal- mente utilizzata per operazioni petrolifere, Dal- l’aprile 2016 è stata utilizzata nel Golfo del Messico per per- forazioni del cra- tere Chicxulub. [ELeBer/ECORD/ IODP] rebbe stato sufficiente ad abbassare sensi- bilmente le temperature abbastanza a lungo da provocare un’estinzione di massa. La fuliggine doveva pertanto trovarsi nella stratosfera (dove può permanere per anni), e solo quella prodotta e scagliata diretta- mente a seguito dell’impatto poteva arri- vare tanto in alto. Studiando questo aspetto dell’evento Chicxu- lub attraverso una serie di simulazioni al com- puter, Kaiho e Oshima hanno scoperto che per trasferire il necessario quantitativo di ele- menti in sospensione nella stratosfera, l’aste- roide deve aver colpito rocce sedimentarie particolarmente ricche di idrocarburi e solfati, che bruciando per l’altissima temperatura svi- luppata dall’impatto, si sono trasformati in fuliggine e aerosol. Ma la cosa più sorpren- dente è che solo il 13% circa della superficie terrestre è occupata da rocce con quella com- posizione e solo colpendo quelle aree l’aste- roide avrebbe prodotto un’estinzione di massa. In altre parole, se l’asteroide fosse ca- duto in un punto qualsiasi del restante 87% della superficie terrestre, gli effetti sulla bio- sfera sarebbero stati devastanti sono a livello regionale o tutt’al più continentale, e i dino- sauri non si sarebbero estinti. In questo caso l’evoluzione della vita sulla Terra avrebbe

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