l'Astrofilo gennaio-febbraio 2018

21 GENNAIO-FEBBRAIO 2018 CRONACHE SPAZIALI Questi tipi di osservazioni forniscono informazioni sulla complessità del clima e della composizione atmosfe- rica degli esopianeti, e potranno un giorno essere applicabili all’analisi dei pianeti di taglia terrestre per la loro abitabilità. “Per vari motivi, gli studi atmosferici che stiamo conducendo ora sugli hot Jupiters sono banchi di prova per gli studi atmosferici che fa- remo sui pianeti di tipo terrestre” , ha detto il primo ricercatore Tho- mas Beatty, della Pennsylvania State University. “Gli hot Ju- piters ci forniscono la mi- glior visione di come sono i climi su altri mondi. Capire le atmosfere di questi pianeti e co- me esse funzionano (cosa non conosciu- ta nel dettaglio) sa- rà di aiuto quan- do studieremo quei pianeti più piccoli che sono difficili da vedere e hanno carat- teristiche più complica- te nelle loro atmosfere.” Il team di Beatty ha selezio- nato Kepler-13Ab perché è uno dei più caldi esopianeti conosciuti, con una tempera- tura del lato illuminato di circa 2800°C. Precedenti osservazioni di altri hot Jupiters avevano rivelato che le alte atmosfere aumentano di temperatura. Anche alle loro più fredde temperature, la maggior parte dei giganti gassosi del nostro sistema solare esibiscono questo fe- nomeno. Kepler-13Ab è così vicino alla sua stella da esse bloccato dalla maree, ovvero un lato del pianeta guarda sempre la stella, mentre l’al- tro lato è nella permanente oscurità (similmente, la nostra Luna è mare- almente bloccata alla Terra e solo un emisfero è permanentemente visi- bile dal nostro pianeta). Le osservazioni confermano una teo- ria di diversi anni fa, secondo la quale questo tipo di precipitazione po- trebbe avvenire su massicci e caldi pianeti con forte gravità. “Presumibil- mente, questo processo di precipita- zione sta av - ve- nendo sulla mag- gior parte degli hot Jupiters osservati, ma quei giganti gassosi hanno tutti gravità superfi- ciali inferiori a quella di Kepler-13Ab”, ha spiegato Beatty. “La neve di ossido di titanio non cade abbastanza lon- tano in quelle atmosfere, e quindi viene riportata sul lato diurno, dove rivaporizza e torna allo stato gas- soso.” I ricercatori hanno usato la Wide Field Camera 3 di Hubble per condurre osservazioni spettroscopiche dell’atmosfera dell’esopianeta nella luce del vicino infrarosso. Hubble ha compiuto le osservazioni quando quel mondo distante è transitato die- tro la sua stella, un even- to chiamato eclis- se secondaria. Questo tipo d i eclisse f o r n i s c e informazioni sulla temperatura dei costituenti dell’atmo- sfera diurna del pianeta. “Le osser- vazioni di Kepler-13Ab ci dicono come si formano condense e nubi nelle atmosfere di Jupiters caldissimi, e come la gravità influisce sulla com- posizione di un’atmosfera” , ha con- cluso Beatty. “Quando guardi questi pianeti, devi sapere non solo quanto sono caldi ma quanto è forte la loro gravità.” Il sistema di kepler-13Ab è posto a 1730 anni luce dalla Terra. ASTROFILO l’ !

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