l'Astrofilo gennaio-febbraio 2018

GENNAIO-FEBBRAIO 2018 visto impegnati nello studio dinamico, foto- metrico e spettroscopico di Oumuamua al- meno una decina di team di ricercatori. In tempi record sono stati sottoposti alle riviste scientifiche diversi articoli in cui si tirano le prime conclusioni, che di seguito riassumia- mo brevemente. Oumuamua è entrato nel sistema solare dal- l’alto, da una direzione molto elevata sul piano dell’eclittica (circa 123°); il 2 settembre è sceso sotto l’eclittica, appena dentro l’orbita di Mercurio, e il 9 settembre è transitato alla minima distanza da Sole, 37,6 milioni di km, dove la sua superficie ha probabilmente rag- giunto una temperatura su- periore ai 550 K, ipotizzando un’albedo del 5%. La velocità di arrivo, stimata in 26 km/s, è salita fino a 88 km/s durante il passaggio al periastro, quan- do la gravità solare ha forte- mente modificato la traietto- ria dell’oggetto. Oumuamua ha infatti curvato brusca- mente, risalendo verso l’eclit- tica con un’angolazione meno ripida rispetto ad essa, che lo ha portato in direzione della Terra, dalla quale il 14 ottobre è passato alla minima distan- za, 24 milioni di km, a una ve- locità di 44 km/s. Quattro gior- ni più tardi Oumuamua viene scoperto, e una volta calcolata la distanza è possibile calcolarne il diametro approssimativo, che risulta compreso fra i 100 e i 300 metri (a seconda della riflettività su- perficiale adottata nel calcolo). Osservazioni fotometriche più accurate rea- lizzate con il Discovery Channel Telescope di 4,3 metri del Lowell Observatory (Flagstaff, Arizona) permettono di costruire una curva di luce che mostra una variabilità di almeno 1,2 magnitudini e un periodo di rotazione non inferiore a 3 ore, ma probabilmente su- periore a 5 ore. Supponendo che la variabi- lità sia dovuta alla forma di Oumuamua, i ricercatori stimano un rapporto di 3:1 fra ASTROFILO l’ S otto, le variazioni di lumino- sità di Oumuamua durante tre giorni di ottobre. L’ampio range di luminosità è dovuto alla forma molto allungata di questo oggetto unico. I punti di vari colori rappresentano misure con diversi filtri, che coprono la parte visibile e del vicino infrarosso dello spettro. La line atratteggiata mostra la curva di luce attesa se Ou- muamua fosse un ellissoide con un rapporto fra gli assi di 1:10. [ESO/K. Meech et al.] U n’immagine molto profonda di Oumuamua creata com- binando immagini multiple del Very Large Telescope dell’ESO e del Gemini South Telescope. L’oggetto è indicato con un cerchio blu e si presenta come sorgente puntiforme, senza polvere nei dintorni. [ESO/K. Meech et al.]

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