l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

A sinistra, i dintorni di High Dune, la prima duna marziana studiata da vicino a partire da fine no- vembre. Questo territorio è parte del complesso di dune attive denominato Bagnold Dunes, che fiancheggia le pendici di nord-ovest del Mount Sharp, all’interno del Gale Crater. Anche in questo caso i colori e le condizioni di illuminazione simulano un ambiente terrestre. [NASA/JPL-Caltech/MSSS] Nel novembre 2015, fian- cheggiando le pendici nor- doccidentali del Mount Sharp, il rover ha infine raggiunto un’area carat- terizzata da spettacolari dune di sabbia, alte fino a 6-7 metri, molto simili a dune dei deserti terrestri. È la prima volta che strut- ture di quel tipo vengono osservare così da vicino. Finora erano state visitate ondulazioni simili per a- spetto ma molto meno e- levate, tanto da non po- ter essere definite dune, termine col quale si indi- cano conformazioni che hanno una parete sotto- vento abbastanza ripida da lasciar scivolare in basso la sabbia di cui so- no composte. L'area rag- giunta da Curiosity è stata (informalmente) denominata Ba- gnold Dunes, in onore di Ralph Alger Bagnold, ingegnere e mili- tare inglese, che fu pioniere nel- lo studio degli effetti del vento sul movimento dei grani di sab- bia delle dune. Lo studio di quelle strutture su Marte ha vari aspetti interessanti. Uno è il fatto che sono tuttora at- tive, nel senso che si muovono di circa 1 metro ogni anno terrestre, PLANETOLOGIA S opra, uno stra- to poco pro- fondo di sabbia marziana, situato presso High Dune. La sabbia è stata smossa da una ruota di Curiosity per esporre il ma- teriale sottostan- te, che contiene una componente di sabbia finissi-

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