l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

CRONACHE SPAZIALI Luna piena, a partire dal dicembre 2009. È questa la più ampia regione di cielo finora fotografata con tale profondità a lunghezze d'onda infra- rosse. Gli astronomi hanno combi- nato le osservazioni di UltraVISTA con quelle del telescopio spaziale Spitzer della NASA, che indagano il cosmo a lunghezze d'onda ancora maggiori, nel medio infrarosso (VI- STA osserva nel range 0.88–2.15 μ m, mentre Spitzer fra 3.6 e 4.5 μ m). “Abbiamo scoperto 574 nuove galas- sie massicce, il campione più cospi- cuo finora messo assieme di tali galas- sie nascoste del giovane universo” , spiega la Caputi. “Studiarle ci per- mette di rispondere a una domanda semplice ma importante: quando sono apparse le prime galassie mas- sicce?” Fotografare il cosmo nelle lunghezze d'onda del vicino infra- rosso consente agli astronomi di ve- dere oggetti che sono oscurati dalle polveri ed estremamente distanti, nati quanto l'universo era solo un “bimbo”. L'espansione dello spazio implica che più distante è una galas- sia, più velocemente essa sembra al- lontanarsi da un osservatore sulla Terra. Questo stiramento fa sì che la luce proveniente da quegli oggetti distanti sia spostata nella regione più rossa dello spettro, rendendo neces- sarie le osservazioni nel vicino e medio infrarosso per catturare i fo- toni provenienti da tali galassie. Il team ha scoperto un'esplosione del numero di quelle galassie in un bre- vissimo lasso di tempo. Una grande frazione delle galassie massicce (con massa di oltre 50 miliardi di volte quella del Sole) che oggi vediamo at- torno a noi nell'universo vicino erano già formate appena 3 miliardi di anni dopo il Big Bang. “Non abbiamo tro- vato alcuna traccia di queste galassie massicce prima di circa un miliardo di anni dopo il Big Bang, pertanto siamo fiduciosi che lì è quando si sono for- mate le prime galassie massicce” , con- clude Henry Joy McCracken, coautore dello studio. In aggiunta, gli astro- nomi hanno scoperto che le galassie massicce erano più abbondanti di quanto pensato. Le galassie preceden- temente nascoste rappresentano la metà del numero totale di galassie massicce presenti quando l'universo aveva un'età compresa fra 1,1 e 1,5 miliardi di anni (equivalenti a redishift compresi fra z=5 e z=4). Questi nuovi risultati, comunque, contraddicono i modelli correnti su come le galassie evolvono nel giovane universo, i quali non prevedono alcuna galassia mo- stro in quelle epoche primordiali. A complicare ulteriormente le cose, se le galassie massicce del giovane universo fossero inaspettatamente più polve- rose di quanto prevedono gli astro- nomi, allora nemmeno UltraVISTA sarebbe in grado di rilevarle. Se que- sto è effettivamente il caso, l'attuale quadro di come si sono formate le ga- lassie nel giovane universo potrebbe richiedere una completa revisione. Anche l'Atacama Large Millimeter/ submillimeter Array (ALMA) cercherà queste rivoluzionarie galassie polve- rose. Se fossero trovate, servirebbero anche come target per l'European Extremely Large Telescope (E-ELT) del- l'ESO, che consentirà dettagliate os- servazioni di alcune delle prime ga- lassie di sempre. ASTROFILO l’ A lcune della galassie massicce recentemente scoperte sono mostrate in primo piano in questi piccoli scorci del campo UltraVISTA. [ESO/Ultra- VISTA team. Acknowledgement: TERAPIX/CNRS/INSU/CASU] Q uesto video mostra le galassie massicce scoperte nel giovane uni- verso. [ESO/ UltraVISTA team. Ac- knowledge- ment: TERA- PIX/CNRS/IN SU/CASU] n

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