l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

CRONACHE SPAZIALI si l'intera am- piezza del vortice. Que- sto flusso fila- mentoso ruo- ta e si attorci- glia durante il periodo di 10 ore della sequenza di immagini della Grande Macchia Rossa, distorto dai venti che stanno soffiando a 540 km/h. C'è anche un'altra struttu- ra interessante in questa nuova ve- duta del nostro vicino gigante. Appena a nord dell'equatore del pianeta, i ricer- catori hanno sco- perto una rara struttura a onda, di un tipo che in precedenza era stato individuato su Giove solo una volta, decenni fa, dalla missione Voyager 2, lanciata nel 1977. Nelle immagini del Voyager 2 l'onda era a mala pena visibile e gli astronomi iniziarono a pensare che le sue sem- bianze fossero da attribuire a un caso fortuito, poiché nulla di simile era stato più visto da allora ad oggi. L'onda attuale è stata scoperta in una regione punteggiata di cicloni e anticicloni. Onde simili, chiamate onde baro- cline, appaiono talvolta nell'atmo- sfera terrestre, dove ci sono cicloni in formazione. Secondo i ricercatori, l'onda può avere origine in un livello sgombro sotto le nuvole, divenendo visibile solo quando si propaga nel piano delle nuvole. Le osservazioni di Giove fanno parte dell'Outer Planet Atmospheres Le- gacy (OPAL) programme, che consen- tirà ad Hubble di dedicare ogni anno tempo all'osservazione dei pianeti esterni. Oltre a Giove, come parte del programma sono già stati osservati Nettuno e Urano, e mappe di questi pianeti saranno inserite nell'archivio pubblico. Saturno verrà aggiunto alla serie più tardi. La collezione di mappe che sarà in- crementata nel tempo aiuterà gli scienziati a capire non solo le atmo- sfere dei pianeti giganti del sistema solare, ma anche le atmosfere del nostro stesso pianeta e dei pianeti che si stanno scoprendo attorno ad altre stelle. U sando il telescopio spaziale Hubble, alcuni scienziati hanno prodotto nuove mappe di Giove. I dati della mappa qui mostrata sono stati raccolti nel corso dell'Outer Planet Atmospheres Legacy (OPAL) programme di Hubble. Questa mappa è stata proiettata su un globo rotante, che ci consente di vedere la superficie planetaria nella sua in- terezza. [NASA, ESA, A. Simon (GSFC), M. Wong (UC Ber- keley), G. Orton (JPL-Caltech), and G. Bacon (STScI)] I n sovrapposizione alle mappe e al globo creati, divengo- no visibili i movimenti delle linee di polvere, ciò permette agli scienziati di calcolare la velocità del vento nell'atmo- sfera di Giove. [NASA, ESA, A. Simon (GSFC), M. Wong (UC Berkeley), G. Orton (JPL-Caltech), and G. Bacon (STScI)] neta. È stata vista ridursi di dimen- sioni a un ritmo notevolmente più veloce anno dopo anno per un po' di tempo. Ma ora il tasso di restrin- gimento sembra essere ancora ral- lentato, sebbene la macchia sia circa 240 km più piccola rispetto al 2014. Quella della dimensione della mac- chia non è l'univa variazione cattu- rata da Hubble. Al centro della mac- chia, il cui colore è meno intenso di una volta, un insolito filamento può essere visto estendersi attraverso qua- ASTROFILO l’ n

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