l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016
CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ compagna, inizialmente la meno massiccia della coppia, ma ora quella più pesante, diventa una blue stragglers. Il metodo della Gosnell è li- mitato dal fatto che non ri- vela le nane bianche che si sono abbastanza raffreddate da non brillare più nella luce UV rilevabile da Hubble. Ciò significa che solo quelle nane bianche formatesi negli ul- timi 250 milioni di anni (ado- lescenti, astronomicamente parlando) sono individuabili. Saperne di più su come que- ste stelle si formano è impor- tante perché gli astronomi usano le loro ipotesi per mo- dellare le popolazioni stellari di galassie distanti, dove la luce di tutte le stelle si fonde assieme. “Tu non vuoi igno- rare il 25% delle stelle evo- lute in quelle galassie” , ha detto Gosnell. Tali modelli sono importanti perché le galassie distanti appaiono in molti diversi tipi di studi co- smologici. “Proprio ora – ha aggiunto l'astronoma – i mo- delli hanno molte possibilità di miglioramento.” “Se modificassimo il modo con cui i modelli trattano il trasferimento di massa, ciò farebbe confluire osser- vazioni e teoria” , ha sottolineato Gosnell. “Esse concorderebbero e noi potremmo usare ciò per aggiun- gere informazioni alla nostra com- prensione delle popolazioni stellari non risolte” , ovvero le stelle di ga- lassie così lontane la cui luce è fusa assieme. Gosnell pianifica di continuare a stu- diare queste stelle usando l'Harlan J. Smith Telescope di 2,7 metri del Mc- Donald Observatory, assieme al suo spettrografo IGRINS, per restringere il numero di blue stragglers che pos- sono formarsi attraverso la fusione in sistemi tripli. A lla pagina precedente, una stella normale in un sistema binario attira gravitazionalmente materia da una stella compagna anziana, che è diventata una gonfia gigante rossa, espandendosi alcune centi- naia di volte rispetto alle dimensioni iniziali. Sotto, dopo un paio di centinaia di milioni di anni, la gigan- te rossa ha bruciato il suo combustibile ed è collassata in una nana bianca che brilla intensamente a lun- ghezze d'onda ultraviolette. La stella compagna si è ingrandita per l'idrogeno travasato dalla gigante ros- sa, diventando più rovente, brillante e blu di quanto non fosse in precedenza. [NASA/ESA, A. Feild (STScI)] n e dalla stessa materia. Gli studi sulla popolazione dell'ammasso hanno ri- velato che fino a un quarto delle stel- le più vecchie “non stanno evolvendo come supponevamo” ha aggiunto Gosnell. Stelle che gli astronomi si aspettavano divenissero giganti rosse (come Aldebaran, l'occhio del Toro) sono invece diventate blue stragglers inaspettatamente brillanti, stelle blu con una serie di caratteristiche stra- ne. Gosnell voleva scoprire cos'è loro accaduto; pertanto, assieme a Bob Mathieu, della University of Wiscon- sin-Madison, e altri collaboratori, ha progettato uno studio usando l'Ad- vanced Camera for Surveys di Hubble per tentare di distinguere fra tre teo- rie su come queste stelle diventano blue stragglers. Le teorie includono: collisioni fra stelle nell'ammasso (con detriti che si fondono per formare una blue straggler); fusione di due stelle in un sistema stellare triplo; trasferimento di massa fra due stelle in un sistema binario. Come ha ricor- dato Gosnell, in una coppia di stelle, quella più grande evolve più rapida- mente. Quella stella diventa una gi- gante rossa. Una gigante rossa è talmente gonfia che gli strati più esterni di gas della sua superficie sono solo debolmente trattenuti dalla gravità stellare. Essi possono es- sere trascinati via dalla gravità della stella compagna. Questo è trasferi- mento di massa. Poiché il gas viene dirottato dalla compagna, la gigante rossa viene lasciata con il solo nucleo, trasformandola in nana bianca. La
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