l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ sultati sulla polarizzazione hanno ri- velato che quei grani di polvere sono particelle relativamente grandi, di 0,5 micrometri di diametro, che può sem- brare poco, ma grani di queste di- mensioni sono circa 50 volte più grandi della polvere che di solito tro- viamo nello spazio interstellare. Nel corso della loro espansione, le stelle massicce spargono grandi quantità di materiale. Ogni anno, VY Canis Majo- ris espelle dalla superficie 30 volte la massa della Terra sotto forma di pol- veri e gas. Questa nube di materiale è spinta all'esterno prima che la stella esploda; a quel punto parte delle pol- veri vengono distrutte e il resto di- sperso nello spazio interstellare. Tale materiale, assieme agli elementi più pesanti creati durante l'esplosione di supernova, è poi usato dalle succes- sive generazioni di stelle, che possono impiegarlo per formare pianeti. Finora, era un mistero come quel ma- teriale presente nelle alte atmosfere delle stelle giganti fosse spinto via nello spazio prima che la stella esplo- desse. Si è sempre ritenuto che la causa più probabile fosse la pressione di radiazione, la forza esercitata dalla luce stellare. Poiché questa pressione è molto debole, le particelle di pol- vere devono essere abbastanza lar- ghe da garantire che la luce stellare possa spingerle, ma non così larghe da affondare. Troppo piccole e la luce delle stelle potrebbe passare in modo efficace attraverso la polvere; troppo grandi e la polvere sarebbe troppo pesante da spingere. La polvere osser- vata dai ricercatori attorno a VY Canis Majoris ha proprio la dimensione e- satta per essere spinta efficacemente all'esterno dalla luce stellare. “Le stelle massicce vivono vite brevi” , ha detto il primo autore dello studio, Peter Scicluna, della Academia Sinica Institute for Astronomy and Astro- physics, di Taiwan. “Quando si avvici- nano agli ultimi giorni, esse perdono molta massa. In passato potevamo so- lo teorizzare su come ciò avvenisse; ma ora, con i nuovi dati di SPHERE, abbiamo scoperto grandi grani di pol- vere attorno a questa ipergigante. Essi sono abbastanza grandi da essere spinti via dall'intensa pressione di ra- diazione della stella, il che spiega la sua rapida perdita di massa.” Grandi grani di polvere osservati così vicini alla stella comportano che la nube possa diffondere efficacemente la luce visibile dell'astro ed essere spinta dalla pressione della sua radia- zione. La dimensione dei grani di pol- vere implica anche che la maggior parte di essa potrebbe sopravvivere alla radiazione prodotta dall'inevita- bile fine drammatica come supernova di VY Canis Majoris. Questa polvere contribuisce dunque al mezzo inter- stellare circostante, alimentando le future generazioni di stelle e incorag- giandole a formare pianeti. L'esplosione della stella avverrà pre- sto, per gli standard astronomici, ma non c'è motivo di allarmarsi, poiché questo evento drammatico sarà im- probabile per centinaia di migliaia di anni. Visto dalla Terra sarà spettaco- lare, forse brillante quanto la Luna, ma non pericoloso per la vita. L a stella VY Canis Majoris è un'ipergigante rossa, una delle più grandi stelle conosciute nella Via Lattea. È 30-40 volte più massiccia del Sole e 300000 volte più luminosa. Nel suo attuale stato la stella conterrebbe l'orbita di Giove, essendosi espansa terribilmente durante gli stadi finali della sua vita. Nuove osservazioni della stella fatte con lo strumento SPHERE sul VLT hanno chiaramente rivelato come la fulgida luce di VY Canis Majoris illumini le nubi di materiale circostante, e hanno permesso di determinare meglio che in pre- cedenza le proprietà della componente polverosa. In questa veduta ravvicina- tissima fornita da SPHERE, la stella appare nascosta dietro un disco oscurante. Le croci sono artefatti causati da parti dello strumento. [ESO] n

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