l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

ASTRONAUTICA ASTROFILO l’ stein pubblica la teoria del- la Relatività Generale, che prevede la loro esistenza, così come l'esistenza di nu- merosi altri fenomeni al- l'epoca pressoché ignoti. Negli ultimi 100 anni gli scienziati hanno tentato di dimostrare dal suolo l'esi- stenza delle onde gravita- zionali, escogitando vari e- sperimenti (i più noti sono il Laser Interferometer Gra- vitational-Wave Observa- tory e il Virgo Interferome- ter), senza però riuscire mai a ottenere risultati convin- centi. Ma perché è così difficile riscontrare attraverso l'os- servazione un fenomeno la cui esistenza è stata previ- sta teoricamente già un se- colo fa? La risposta è nella natura delle onde gravitazionali. La loro origine e la loro propagazione sono total- mente differenti da quelle delle tanto più familiari onde elettromagnetiche che ci han- no finora permesso di scoprire quasi tutto ciò che sappiamo dell'universo. Le onde gra- vitazionali sono generate, per definizione, da “masse accelerate”. È il caso della fusione fra buchi neri supermassicci, dell'esplosione di supernovae, di sistemi binari stretti di astri collassati, ma anche di galassie in ra- pida formazione. Questi sarebbero, teorica- mente, alcuni degli scenari nei quali si pro- I l decollo del raz- zo vettore VEGA VV06 dallo spazio- porto europeo della Guiana fran- cese, con a bordo la sonda LISA Pa- thfinder. [ESA– Stephane Corvaja] In basso a sinistra, un video che illu- stra struttura e funzionamento della sonda LISA Pathfinder. [ESA/ ATG medialab] durrebbero le onde gravitazionali più ener- getiche. Ciascuna di quelle sorgenti irradie- rebbe il cosmo di onde veloci quanto la luce, dotate di caratteristiche diverse a se- conda del meccanismo di produzione e ric- che di informazioni sui processi da cui sono scaturite. Riuscire a “osservarle” significhe- rebbe poter indagare fenomeni oggi inac- cessibili a qualunque tipo di telescopio in qualunque banda dello spettro elettroma- gnetico. Per riuscire nell'impresa bisogna però superare degli ostacoli che appaiono insormontabili, come il fatto che un'onda gravitazionale si sposta nello spazio-tempo contraendolo ed espandendolo al suo pas- saggio, il che comporta che pure gli strumenti adibiti alla sua rilevazione si contrag- gono e si espandono solidal- mente con lo spazio-tempo. Ciò rende estremamente dif- ficile misurare onde che pur potendo raggiungere una lunghezza di milioni di chilo- metri, hanno altezze insigni- ficanti, addirittura inferiori alle dimensioni di un atomo!

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