l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

CRONACHE SPAZIALI per la prima volta la struttura dei resti gassosi incandescenti del “pasto” or- bitante della stella morta J1228+1040. Mentre le stelle grandi, quelle più massicce del Sole di circa dieci volte, subiscono all'apice una fine violenta, esplodendo come supernovae, alle stelle più piccole sono risparmiati de- stini così drammatici. Quando le stel- le come il Sole giungono al termine delle loro esistenze, esse esauriscono il combustibile, si espandono come gi- ganti rosse e successivamente espel- lono nello spazio i loro strati più esterni. Il rovente e densissimo nucleo dell'ex stella, ora nana bianca, è tutto ciò che rimane. Ma potrebbero i pia- neti, gli asteroidi e gli altri corpi in un tale sistema sopravvivere a questa prova del fuoco? Che cosa rimar- rebbe? Le nuove osservazioni aiutano a rispondere a queste domande. È raro per una nana bianca essere cir- condata da un disco orbitante di ma- teriale gassoso; ne sono state scoper- te solo sette. Il team ha concluso che un asteroide aveva vagato pericolosa- mente vicino alla stella morta ed è stato fatto a pezzi dalle immense forze di marea, finendo col formare il disco di materiale ora visibile. Il disco orbitante si è formato in un modo simile a quello dei fotogenici anelli visibili attorno ai pianeti vicini a casa, come Saturno. Tuttavia, seb- bene J1228+1040 sia oltre sette volte più piccola in diametro del pianeta con gli anelli, possiede una massa oltre 2500 volte maggiore. Il team ha appreso che anche la distanza tra la nana bianca e il suo disco è piuttosto diversa: Saturno e suoi anelli potreb- bero stare comodamente nello spazio vuoto fra di essi. Per quanto il disco attorno a questa nana bianca sia molto più grande del sistema anulare di Saturno, è piccolo se paragonato ai dischi di detriti che formano i pianeti attorno alle giova- ni stelle. Il nuovo studio a lungo ter- mine col VLT ha ora permesso ai ricer- Q uesto diagramma è un tipo insolito di immagine, che mostra le velocità del gas nel disco attorno alla nana bianca SDSS J1228+1040, piuttosto che la sua posizione. È stato mappato attraverso osservazioni del Very Large Tele- scope su un periodo di dodici anni e applicando un metodo chiamato tomogra- fia Doppler. I cerchi tratteggiati corrispondono al materiale in orbite circolari a due diverse distanze dalla stella. Appare capovolto perché il materiale si muove più velocemente in orbite ravvicinate. [University of Warwick/C. Manser/ESO] ASTROFILO l’

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