l'Astrofilo gennaio-febbraio 2016

13 GENNAIO-FEBBRAIO 2016 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ hanno mostrato caratteristiche im- previste. Tutti (assieme a Caronte) si sono verosimilmente formati da ma- teriale sottratto a Plutone a seguito di un remotissimo impatto del pia- neta nano con un oggetto estraneo di notevoli dimensioni. A differenza di Nix, gli altri tre piccoli satelliti hanno una forma bilobata che lascia supporre possano essere conglomerati di due o più piccoli og- getti preesistenti, uno scenario che suggerisce l’esistenza di una più nu- merosa popolazione di satelliti in e- poche lontane. A differenza di quanto accaduto per le esplorazioni dei pianeti giganti, questa volta l’osservazione in situ non ha prodotto nuove scoperte di satelliti, ma di quelli già noti ha co- munque permesso di calcolare con maggiore precisione diametro (per tutti e 4 di poche de- cine di km), orbite (percorse in periodi compresi fra 20 e 38 giorni) e periodi di rotazione sull’asse (da poco più di 10 ore a oltre 5 giorni). Questi ultimi, oltre che caotici sono risultati lontani dalla tipica sincronizzazione col periodo di rivoluzione attorno a Plutone, situazione im- putabile alla destabilizzante massa di Caronte. Forse per il semplice fatto di essere stato quello più vicino alla New Hori- zons durante il flyby, il più interes- sante fra i 4 piccoli satelliti è risultato Nix, che vediamo in questa pagina sotto diverse angolazioni e a diver- se risoluzioni. L’immagine composita più in basso mostra chiaramente un cratere da impatto che ha dato da pensare agli astronomi, infatti le sue dimensioni sono molto ragguarde- voli rispetto a quelle della luna, tan- to che l’evento che lo ha generato deve aver sprigionato un’energia vi- cina ai limiti sopportabili da Nix. I ri- cercatori non escludono che il piccolo satellite sia in realtà un frammento di un più vasto oggetto andato di- strutto in tempi remoti e che quel cratere si fosse in realtà formato sul progenitore. Anche la colorazione del cratere appare anomala rispetto al resto della superficie visibile: poi- ché gli impatti meteoritici scavano in profondità e portano alla luce mate- riale subsuperficiale, se quell’impat- to fosse avvenuto direttamente su Nix, allora all’interno la piccola luna avrebbe una composizione sensibil- mente diversa da quella superficiale, uno scenario piut- tosto insolito per oggetti così piccoli, i quali general- mente non hanno una struttura differenziata. Quando scriviamo, oltre il 70% dei dati registrati dalla New Horizons deve ancora essere scaricato, è quindi più che lecito attendersi altre inattese scoperte nei mesi a venire e noi non mancheremo di commentarle. N ix, il terzo satellite di Plutone per dimensioni e distanza dal pianeta, è stato quello fotografato più da vi- cino dalla New Horizons. Qui lo ve- diamo da diverse angolazioni e a diverse risoluzioni. [NASA/Johns Hop- kins University Applied Physics Labora- tory/ Southwest Research Institute] n

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