l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015
ASTROBIOLOGIA ASTROFILO l’ tanto che le nane rosse hanno fatto la parte del leone in diverse campa- gne osservative, tra le quali la più importante è sta- ta quella condotta con il telescopio spaziale Kepler, il quale ha prodotto alcuni candidati pianeti abitabili le- gati proprio a na- ne rosse. Il fatto che quelle piccole stelle siano caratterizzate da un'intensa at- tività magnetica superficiale, soprattutto nella loro gioventù, non sembrava scorag- giare più di tanto i ricercatori: per quanto esuberanti fossero, il loro elevatissimo nu- mero lasciava comunque ben sperare in tan- tissimi casi con condizioni favorevoli. Si consideri che circa l'80% di tutte le stelle esistenti sono nane rosse e si stima che il 40% di esse potrebbe ospitare almeno un pianeta di taglia terrestre nella zona abitabile. Da zona abitabile a pianeta abitabile il passo sembrerebbe breve, ma a quanto pare non è così e un chiaro sentore di ciò si è avuto già lo scorso giugno, con l'uscita su The Astro- physical Journal di un articolo a firma di O. Cohen et al. (CfA), nel quale si dimostrava che i venti stellari e i flussi di radiazioni ad alta energia che investono i pianeti posti nella zona abitabile delle nane rosse sono sufficienti a strappare via le loro atmosfere. Il team di Cohen è giunto a quelle conclusio- L o schema a fianco mostra le dimensioni delle zone abitabili (in verde) di stelle più grandi, calde e brillanti del Sole (alto), di stelle come il Sole (cen- tro) e di stelle più piccole e fredde (basso). Tra queste ultime rientrano le nane rosse, la cui zona abitabile può essere anche più ridotta di quanto qui mostrato. Nell’illustrazione in basso vediamo come la poderosa attività superfi- ciale di una nana rossa sia in grado di provocare la dispersione del- l’atmosfera di un vicino pianeta. [NASA]
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