l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015
CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ starbust interessati da “fon- tane” gassose ad alta velo- cità. L’acuta visione in luce bianca della Wide Field Ca- mera 3 di Hubble mostra che i flussi fuoriescono dalle più compatte galassie finora sco- perte. Tali galassie conten- gono tanta massa quanta ne ha la Via Lattea, ma raccolta in un volume di molto infe- riore. Le galassie più piccole sono ampie circa 650 anni luce. In regioni di spazio così ristrette, queste galassie for- mano alcune centinaia di soli all’anno (per confronto, la Via Lattea produce appena un sole all’anno). Il tutto si traduce in una “festa chias- sosa” che dura poco, solo al- cune decine di milioni di anni. Una ragione di ciò è il rapido riscaldamento del gas, che diventa troppo cal- do per contrarsi sotto la for- za gravitazionale a formare nuove stelle. Un’altra possi- bilità è che la frenetica for- mazione stellare spazzi via la maggior parte del gas attra- verso potenti venti stellari. “La sorpresa più grande è stata scoprire che le giovani stelle erano nate così vicine le une alle altre” , ha detto un membro del team, Aleks Diamond-Stanic, della Uni- versity of Wisconsin-Madison, che per primo, in un articolo del 2012, aveva suggerito la possibilità di flussi di gas in uscita dalle galassie innescati da starburt. “Le condizioni fisiche estre- me nei centri di quelle galassie spie- gano come possono espellere gas a milioni di km/h.” Volendo identifica- re il meccanismo che innesca l’espul- sione ad alta velocità, Sell e il suo team hanno utilizzato il Chandra X- ray Observatory e altri telescopi per determinare se i buchi neri supermas- sicci delle galassie (pesanti fino a mi- n L e 12 galassie qui fotografate dall’Hubble Space Telescope stanno attraversando una fase di intensa formazione stellare, come indicato dai loro nuclei brillanti. Hubble ha rivelato che la frenetica attività di queste galassie è stata innescata dalla fusione con altre galassie. Le strane forme di numerose di esse sono prove rivelatrici di quegli incontri ravvicinati. Le nuove osservazioni della Hubble Wide Field Camera 3 suggeriscono che l’energia prodotta dalle neonate stelle crea potenti venti stellari che spazzano via il gas residuo, sopprimendo completamente future generazioni di stelle. Questi eventi si verificarono quando l’universo aveva la metà dei suoi attuali 13,7 miliardi di anni. Le galassie impoverite di gas possono alla fine trasformarsi nelle cosiddette “galassie rosse e morte”, composte esclusivamente di stelle vecchie. Queste galassie sono le più compatte finora scoperte. Esse contengono tanta massa quanta ne ha la Via Lattea, ma concentrata in un volume molto più piccolo, ampio fino ad appena 650 anni luce. Queste immagini a falsi colori, prese nel 2010, sono state pro- cessate per far emergere dettagli importanti. [NASA, ESA, and P. Sell (Texas Tech University)] liardi di soli) fossero il motore del fe- nomeno. Dopo aver analizzato tutte le osservazioni, il team ha concluso che i buchi neri non erano la sorgente dei flussi. Piuttosto, lo erano i potenti venti provenienti dalle stelle più mas- sicce e a vita più breve, combinati con la loro esplosione come supernovae. I ricercatori suggeriscono che il “par- ty” inizia quando due galassie ricche di gas collidono, incanalando un tor- rente di gas freddo nel centro com- patto delle galassie in fusione. Il grande quantitivo di gas compresso in un piccolo spazio dà il via alla na- scita di numerose stelle. L’energia de- rivante dalla tempesta di fuoco stel- lare soffia via il gas residuo, inibendo ulteriori nascite di stelle. “Se inter- rompi il flusso di gas freddo finisce tutto” , spiega Sell. ”Le stelle smet- tono di formarsi, la galassia evolve ra- pidamente e alla fine diventa un’ellit- tica rossa e morta. Gli starburst estre- mi sono piuttosto rari, comunque, e non possono presentarsi nelle tipiche galassie ellittiche giganti che vedia- mo nei nostri dintorni.”
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