l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ SDSS1133 rappresenterebbe il più lungo periodo di eruzioni di una LBV mai osservato, seguito dall'esplosio- ne finale di una supernova, la cui luce rag- giunse la Terra nel 2001. Il caso più somigliante nella nostra ga- lassia è il mas- siccio sistema binario Eta Ca- rinae, che in- clude un LBV di circa 90 masse solari. Fra il 1838 e il 1845, il sistema è an- dato soggetto a un'esplosione che ha disperso almeno 10 mas- se solari e reso quella stella la seconda più brillante del cielo. Successivamente si verificò un'eruzione minore nell'ultimo de- cennio del 1800. Per spiegare SDSS- 1133 con una LBV, la stella dev'essere stata in quasi costante eruzione da almeno il 1950 fino al 2001, quando raggiunse il picco di luminosità e di- venne supernova. La risoluzione spa- ziale e la sensibilità dei telescopi prima del 1950 era insufficiente a ri- levare la sorgente, ma se fosse stata un'eruzione LBV, l'attuale record lo renderebbe già il più lungo e persi- stente evento finora osservato. Un'in- terazione fra il gas eiettato e l'onda d'urto dell'esplosione potrebbe spie- gare la stabilità della luminosità del- l'oggetto nell'ultravioletto. Che si tratti di un buco nero supermassiccio solitario, piuttosto che l'atto finale di una stella rara, sembra che gli astro- nomi non abbiano mai visto prima qualcosa di simile a SDSS1133. L ’osservatorio PS1 sull’Haleakala, Maui, poco prima del tramonto (la cima del Mauna Kea è visibile sullo sfondo). Attraverso la feritoia della cupola si notano lo schermo di calibrazione, lo specchio secondario, il traliccio e il coprispecchio pri- mario. Le punte metalliche esterne alla cupola sono parafulmini. [Rob Ratkowski] Z oom dentro Markarian 177 e SDSS1133, che si conclude con una simulazione della loro origine. Quando i buchi neri centrali interagiscono, un “calcio” lancia uno dei due buchi neri su un’ampia orbita che lo porta lontano dal nucleo della galassia. [NASA's Goddard Space Flight Center/L. Blecha (UMD)] l'ETH Zurich (Swiss Federal Institute of Technology). “Ma un'eccitante sco- perta fatta con il satellite Swift della NASA è che l'emissione di luce ultra- violetta di SDSS1133 non è variata nell'arco di una decina di anni, fatto che non è solitamente osservato in un giovane residuo di supernova.” Per analizzare l'ggetto in maggior detta- glio, il team ha pianificato osserva- zioni ultraviolette con il Cosmic Origins Spectrograph a bordo dell'- Hubble Space Telescope per l'ottobre 2015. “Nelle riprese di Pan-STARRS1 abbiamo notato che SDSS1133 è stato sempre sensibilmente più luminoso a lunghezze d'onda visibili negli ultimi 6 mesi e ciò ha supportato la solu- zione del buco nero e le nostre ra- gioni di studiare SDSS1133 con l'HST” , afferma Yanxia Li, dell'UH Manoa, coinvolta nell'analisi delle immagini prese da Pan-STARRS1. Se SDSS1133 non è un buco nero, allora dev'essere stato un tipo di stella molto insolita, conosciuta come Luminous Blue Va- riable (LBV). Queste stelle vanno sog- gette a eruzioni episodiche che ri- lasciano grandi quantità di massa nello spazio, molto prima che esplo- dano. Interpretato in questo modo, n

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