l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ L a galassia nana Markarian 177 (al centro) e la sua inso- lita sorgente SDSS1133 (chiaz- za blu) distano 90 milioni di an- ni luce e si trovano nella nota costellazione dell’Orsa Maggio- re. [Sloan Digital Sky Survey] non sono stati finora in grado di con- fermarne l'esistenza, pertanto trovare anche solo una di quelle sorgenti sa- rebbe una grande scoperta.” La collisione e la fusione di due galas- sie distrugge la loro forma e innesca nuovi episodi di formazione stellare. Se ogni galassia possedesse un buco nero supermassiccio centrale, essi for- merebbero un sistema binario al cen- tro delle galassie in fusione, prima di fondersi a loro volta. “Questo studio è estremamente inte- ressante per il nostro gruppo di ri- cerca, perché normalmente studiamo la formazione stellare e l'attività degli AGN durante la fusione delle galassie, ma ora stiamo osservando il rimbalzo del buco nero dopo la fusione” , dice David Sanders, astronomo dell'IfA coinvolto nella ricerca. La fusione di buchi neri rilascia un'enorme quan- tità di energia in forma di radiazione gravitazionale, come spiegato dalla teoria della gravità di Einstein. A causa delle masse in accelerazione, nel tessuto dello spazio-tempo si irra- diano onde verso tutte le direzioni. Se entrambi i buchi neri hanno uguali masse e versi di rotazione, la loro fu- sione emette onde gravita- zionali uniformemente in ogni direzione. Più proba- bilmente, masse e verso di rotazione saranno diffe- renti, portando alla propa- gazione asimmetrica di on- de gravitazionali (quindi in una direzione preferenzia- le), che lanciano il buco ne- ro nella direzione opposta. La “pedata” può essere ab- bastanza forte da scagliare il buco nero completamen- te fuori dalla sua galassia, condannandolo alla deriva eterna nello spazio interga- lattico. Più solitamente, la pedata spedirà l'oggetto su un'orbita ellittica. Nonostante la sua ricolloca- zione, il buco nero espulso manterrà tutto il gas caldo intrappolato attorno a sé e continuerà a brillare finché quel gas sarà consumato S DSS1133 (la macchia brillante in basso a sini- stra) è stata una sorgente persistente per più di 60 anni. Questa sequenza di immagini astro- nomiche d’archivio, prese attraverso diversi tele- scopi e filtri, mostra che la sorgente era visibile nel 1950 e più brillante nel 2001. [NASA’s God- dard Space Flight Center/M. Koss (ETH Zurich)] lungo la nuova traiettoria. Per quanto le proprietà quell'inso- lita sorgente di luce in una ga- lassia lontana 90 milioni di anni luce (Markarian 177, appunto) siano compatibili con un buco nero supermassiccio espulso, gli astronomi non possono ancora escludere soluzioni alternative. SDSS1133 potrebbe anche es- sere il residuo di una stella mas- siccia che ha subito un periodo eccezionale di eruzioni prima di distruggersi esplodendo come supernova. “Con i dati che ab- biamo in mano, non possiamo ancora distinguere tra questi due sce- nari” , dice Koss, astronomo presso

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