l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ VLTI. Dove la luce eso- zodiacale era abba- stanza forte, i ricer- catori sono riusciti a risolvere completa- mente i dischi di pol- vere e a separare il loro debole bagliore dalla luce stellare do- minante. Come sotto- prodotto, queste os- servazioni hanno an- che portato alla sco- perta di nuove, inat- tese compagne stel- lari, orbitanti attorno ad alcune delle più massicce stelle del campione. “Quelle nuove com- pagne suggeriscono che dovremmo rive- dere le nostre attuali conoscenze su come molte stelle di quel tipo siano realmente doppie” , ha detto Lindsay Marion, pri- ma autrice di un arti- colo aggiuntivo dedi- cato a questo lavoro complementare, rea- lizzato usando i me- desimi dati. Analiz- zando le proprietà della stelle circondate da un disco di polvere esozodiacale, il team ha sco- perto che la maggior parte di quella polvere era stata scoperta attorno alle stelle più vecchie. Questo risul- tato era molto sorprendente e solle- vava alcune questioni circa la nostra comprensione dei sistemi planetari. Qualunque produzione di polvere causata dalla collisione di planetesimi dovrebbe diminuire nel tempo, poi- ché il numero dei planetesimi si ri- duce via via che vengono distrutti. Il campione di oggetti osservati include anche 14 stelle per le quali è stata re- gistrata la presenza di pianeti. Tutti quei pianeti sono nelle medesime re- gioni in cui le polveri producono la luce esozodiacale. La presenza di questa luce in sistemi con pianeti po- trebbe essere un problema per future ricerche di esopianeti. L'emissione della polvere esozodia- cale, anche a bassi livelli, rende sensi- bilmente complicata la ricerca di pianeti di tipo terrestre attraverso l'imaging diretto. La luce esozodia- cale scoperta in questa survey è 1000 volte più brillante di quella osservata attorno al Sole. Il numero di stelle che contengono luce zodiacale ai li- velli del sistema solare è probabil- mente molto più elevato di quello evidenziato dalla survey. Queste os- servazioni sono dunque solo un pri- mo passo verso studi più dettagliati della luce esozodiacale. “L'elevato tasso di scoperte ad alti livelli di lumi- nosità suggerisce che potrebbe es- serci un significativo numero di si- stemi contenenti polvere più debole, non rilevabile nella nostra survey, ma comunque più brillante della polvere zodiacale del sistema solare” , spiega Olivier Absil, coautore dell'articolo e membro dell'Université de Liege. “La presenza di tale polvere in così tanti sistemi potrebbe quindi diventare un ostacolo per future osservazioni che mirano a fotografare esopianeti di tipo terrestre.” n Q uesta immagine cattura magnificamente la luce zodiacale, un bagliore triangolare che si vede meglio nei cieli notturni privi del chiaro di Luna e di inquinamento luminoso. La fotografia è stata realizzata all'osservatorio di La Silla dell'ESO, in Cile, nel settembre 2009, in direzione ovest, alcuni minuti dopo il tramonto del Sole. Un mare di nubi sì è posato nella valle sotto La Silla, che si trova a 2400 metri di altitudine, con picchi e creste minori che sbucano attraverso la nebbia. La luce zodiacale è luce riflessa da particelle di polvere poste tra Sole e Terra ed è meglio visibile in prossimità dell'alba e del tramonto. Come dice il suo nome, questo bagliore celeste appare nel- l'anello di costellazioni, conosciuto come zodiaco, che si trovano lungo l'eclittica, il percorso ap- parente in direzione est che il Sole traccia attraverso il cielo terrestre. [ESO/Y. Beletsky]

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