l'Astrofilo gennaio-febbraio 2015

CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ un debole e diffuso bagliore bianco, che si nota nel cielo notturno alla fine del crepuscolo o prima dell'alba. È prodotta dalla luce solare riflessa da sottili particelle e appare esten- dersi dalle vicinanze del Sole. Questa luce riflessa non viene osservata solo dalla Terra, ma è visibile da qualun- que parte del sistema solare. Il bagliore osservato nella nuova ri- cerca è una versione estrema del me- desimo fenomeno. Sebbene la luce esozodiacale fosse già stata rilevata in precedenza, questo è il primo grande studio sistematico di tale fe- nomeno attorno a stelle vicine. Ri- spetto alle prime osservazioni, il team non ha osservato polvere che si ag- gregherà in pia- neti, bensì pol- vere creata dalla collisione fra pia- netini di pochi chi- lometri di diame- tro, oggetti chia- mati planetesimi che sono simili a- gli asteroidi e alle comete del nostro sistema solare. Polvere di quel ti- po è anche all'ori- gine della luce zo- diacale. “Se vogliamo stu- diare l'evoluzione di pianeti di tipo terrestre vicini alla zona abitabile, dobbiamo osser- vare la polvere zo- diacale in quella regione attorno ad altre stelle” , ha detto Steve Ertel, primo autore del- la pubblicazione, membro dell'ESO e dell'Université de Grenoble. “Scoprire e carat- terizzare quel ti- po di polvere at- torno ad altre stelle è un modo per studiare l'ar- chitettura e l'evo- luzione dei siste- mi planetari.” Evidenziare una debole polvere in prossimità dell'abbagliante stella centrale richiede osservazioni ad alta risoluzione e alti contrasti. L'interfe- rometria (che combina la luce rac- colta nello stesso istante da diversi telescopi) fatta in luce infrarossa è, fi- nora, l'unica tecnica che permette a questo tipo di strutture di essere sco- perte e studiate. Impiegando la po- U n glorioso cielo stellato, con una brillante colonna di lu- ce zodiacale che illumina il paesaggio desertico attorno al Cerro Paranal, sede del VLT dell'ESO. [ESO/Y.Beletsky] tenza del VLTI e spingendo lo stru- mento ai suoi limiti in termini di accuratezza ed efficienza, il team è riuscito a raggiungere un livello di prestazioni circa dieci volte migliore di quello offerto da altri strumenti nel mondo. Per ciascuna stella i ricer- catori hanno usato i telescopi ausiliari di 1.8 metri per inviare il segnale al

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